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Nuovo libro, nuove gioie
Ovvero: ciclismo e rivoluzione
Ho consegnato stamattina il primo edit del mio nuovo libro. A breve arriveranno le bozze, poi la copertina, quindi il layout di stampa e infine le prime copie staffetta. Che emozione!
Si entra in quella fase frenetica e concitatissima di attesa che è parte integrante del godimento di uno scrittore. Come dice una nota pubblicità: “l’attesa del piacere è essa stessa piacere”.
Nuovo libro. Sì. Nuovo libro
Non ve lo aspettavate?
Ma, come, siamo già a fine maggio, siamo già a metà Giro d’Italia e ciclistapericoloso non ha ancora annunciato niente per il futuro?
E invece eccolo qui.
Uscirà l’11 luglio 2019, in pieno Tour de France, per una casa editrice per me del tutto nuova (ambitissima per chi scrive di sport, oltre che bellissima e dalle copertine inconfondibili), ma soprattutto parlerà tanto di chi in bici ci va ogni giorno, e non solo al Tour o al Giro. In parole povere, di noi ciclo-dipendenti. E di come questo strano modo di muoversi e di fare sport sia cambiato negli ultimi anni, subendo una mutazione straordinaria, un ribaltamento totale, a mio avviso senza precedenti. Fino a diventare uno sport desiderabile, aspirazionale, persino, a volte, quasi troppo modaiolo. Insomma, un’autentica rivoluzione.
Chi me lo fa fare?
Sulla scia della ristampa di “Ma chi te lo fa fare?” nei Best Bur, ho ripreso in mano le questioni originarie, quelle da cui ero partito 5 anni fa. Il “ma chi te lo fa fare?” appunto.
La questione a monte di ogni ciclismo.
Sarà un libro contemporaneo, che avrà la pretesa di interrogarsi su come e perché il ciclismo sia cambiato così tanto negli ultimi dieci anni fino a diventare una questione di stile, non più solo uno sport o un mezzo di trasporto ecologico.
E per “ciclismo” – sia chiaro – stavolta intendo tutti i tipi di ciclismi. Anche quello di chi in bici ci va ogni giorno in ufficio, i cosiddetti commuters, che popolano le nostre città. Oltre, ovviamente, ai granfondisti, alle community fissaiole, ai ciclocrossisti, a quelli che la specialissima si limitano a tenerla appesa in salotto come una lampada di Castiglioni. Tutti costoro, a mio avviso, meritavano un libro. Perché sono, di fatto, un unico popolo, accomunati da una stessa bandiera. Un simbolo. Un’icona. Un leader e portavoce irresistibile, come possono esserlo stati, in altri ambiti, Che Guevara, Mick Jagger o Maradona. E di quale bandiera si tratta? Beh, questo non ve lo dico di certo. Dovrete pazientare come detto fino all’11 luglio. Sarà un libro molto rock, ma stavolta pure un po’ di più. A breve vi dirò quale è la playlist che ho ascoltato questa volta mentre scrivevo. Per il momento bazzicate qui, vi darò aggiornamenti, indizi, anticipazioni, “shottini.”
Gote rosse e docce intasate
Come questo, ad esempio. Domenica scorsa ho partecipato alla mia undicesima Nove Colli, ho preso l’acqua come poche altre volte, faceva freddo (massima 13 gradi, minima 8, fonte Garmin), sono arrivato infangato e con le gote rosse, i capelli spettinati, ma ridevo. Ridevo a crepapelle. Le sensazioni le conoscevo bene: erano le stesse che provavo da bambino quando tornavo zozzo da fare schifo dal parco giochi, per la gioia della mamma (scarico doccia perennemente intasato, idraulico ormai uno di casa).
Questo nuovo libro è dedicato a quel bambino.
In bici torniamo tutti infanti. Pedaliamo e continueremo a farlo sempre più numerosi perché, semplicemente, poche altre cose nella vita sono così divertenti. Perché la sensazione di libertà che regalano le due ruote e il rumore della catena è impagabile. E la prima vera e istintiva forma di libertà sperimentata, si sa, non si scorda mai.
Ne resterà soltanto uno
Questo libro è dedicato anche a chi è un po’ stufo del passato e della retorica che vuole il ciclismo solo e sempre come un atto di fatica o una pratica fatta di rinunce, digiuni e contrizioni monacali. Non è così. Fidatevi. Altrimenti, si torna sempre lì, perché farlo?
Un libro dedicato a chi crede che oggi il ciclismo sia approdato su un pianeta tutto nuovo, tutto da esplorare, fatto di social, app, outfit da sfilata e voglia matta di selfie sullo Stelvio. Un libro dedicato soprattutto a chi, inguaribile ottimista, pensava che in bicicletta, un giorno, ci si potesse magari anche sentire fighi.
Ci saranno ovviamente anche loro: il Tour, il Fiandre, la Roubaix, la Milano-Sanremo, il Giro, ma in un ottica nuova.
E soprattutto ci sarà un solo protagonista, assoluto e decisivo. La bandiera, appunto. Questa la tesi del libro.
Stay tuned and keep on cycling in a free world, come direbbe il mio amico Antonio Colombo.
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Foto: ©ciclistapericoloso (tutti i diritti riservati) – “Stranger Things”