
Tag
Il Sound del Ciclista.
Come suona il nuovo libro?
Regola vuole che quando scriva un libro ascolti molta musica.
Così è stato anche quest’anno.
Cosa pensi in merito alle capacità terapeutiche e ispirative della musica, e al suo legame inscindibile con il pedalare in sé, ve l’ho già spiegato qui. Nel frattempo, sono passato alla versione Premium di Spotify (ero stufo di quella dannata pubblicità cretina) e fatto nuove scoperte musicali, che è sempre un immenso piacere, un viaggio nel viaggio. Quasi come scollinare un passo alpino. A proposito: settimana scorsa ho cercato di salire fino alla cima del Colle del Nivolet (2612 m. slm), sotto vedete foto. Ma ho dovuto fermarmi a 2300 metri di quota causa neve: stupendo. Avrei voluto fermarmi a fare palle di neve come da bambino, ma la la lunga discesa chiamava: da Locana sono più di 40 chilometri di salita (e, conseguentemente, altrettanti di discesa, il Nivolet non è un valico). 1999, simbolicamente, i metri di dislivello che si accumulano lungo questa meraviglia a due passi da Torino e nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso. “Il Parco delle Nuvole” lo chiamano, un nome stupendo, e certamente il migliore possibile per definirlo. Devo dire che ora la mia personale short-list in materia di passi oscilla parecchio.
Let me Play.
Tornando alla musica (e al nuovo lavoro), mi sono creato varie playlist, quasi fosse un gioco. E, in questo libro, devo dirlo, la colonna sonora aveva un ruolo ancora più importante che nei precedenti. Vi metto qui di seguito una sorta di “Best Of” (come gli altri anni, il link diretto alla playlist su Spotify è in basso). Ho raccolto i brani che più mi hanno ispirato.
Quando scrivo ho bisogno di isolarmi e, soprattutto, di emozionarmi, e questi sono i pezzi che lo hanno fatto quest’anno. Alcune sono vecchie conoscenze, altre novità inaspettate, almeno per me.
Ci tengo anche a sottolineare che in bicicletta, nonostante curi una rubrica per Cyclist che si chiama “Rock Roads” non ho mai utilizzato un paio di cuffie. La musica me l’ha semmai sempre rimandata la strada stessa. Ma quando sei davanti a un computer è un po’ diverso. Sei fermo: è come essere sui rulli, la musica è fondamentale e te la devi dare da te. Di solito la scelgo dalle sensazioni che mi ha dato l’uscita in bici appena conclusa, oppure dai colori che mi ha suggerito un passo allo scollinamento, oppure da qualcosa che ho sentito per radio mentre andavo in auto (con la bici nel bagagliaio) o che ho visto in tv la sera prima. La musica, come la bici (e la scrittura) sa generare un suo “stupore”. È un sound non solo per le orecchie ma anche per l’anima e per la creatività. Funziona di più quando è insolita, inaspettata, quando si discosta con leggerezza dall’ovvio. Allora, e soltanto allora, diventa feconda. Come un salita inedita: e si torna ancora a parlare del Nivolet, o meglio del Lago di Serrù, dove sono arrivato io settimana scorsa, ma anche il Giro d’Italia quest’anno (tappa numero 13, Pinerolo – Ceresole Reale, vinta da Il’nur Zakarin).
Il Ritmo Della Strada.
E a proposito di ritmo della strada, ho alcune considerazioni aggiuntive da fare.
Venerdì uscirà il nuovo album di inediti del Boss, Bruce Springsteen, mio idolo di gioventù. Titolo “Western Stars”. Si dice sia un lavoro intimista, ispirato alla musica californiana degli anni ’60. Non discuto, sono molto curioso. Springsteen è lontano mille miglia da quello che ascolto oggi e soprattutto dai pezzi di questa playlist. Tuttavia quell’atmosfera “gravel” e stradaiola che sembra sollevarsi già dalle foto viste di sfuggita sul suo profilo Instagram.mi sembrano molto consone al tema bici-musica. Un bel giro polveroso in mezzo a praterie e luoghi sconosciuti insomma non guasterebbe. Non ho ancora una bici gravel, ma ho sperimentato – seppure per poco – la dimensione viaggio in bici, con tanto bikepack sotto-sella. Credo che oggi se Peter Fonda e Dennis Hopper fossero ancora tra noi, anziché un chopper, sceglierebbero una bicicletta.
E proprio che questo nuovo “Western Stars” di Springsteen potrebbe essere la colonna sonora. Sicuramente lo sarà per me, per la rilettura finale delle bozze. Arriva venerdì 14 giugno, sarò davanti al negozio, pronto a prenderlo per poi tuffarmi nelle correzioni dei refusi. Come quando ero un ragazzino e pedalavo con la saltafoss. Springsteen aveva parole dolci per me: aveva cominciato a dirmi che l’infanzia era finita. E che cominciava l’adolescenza. Bene, questo libro, dell’adolescente che è in noi ogni volta che pedaliamo, parla eccome.
Ora mi taccio. Musica.
PS: il libro uscirà l’11 luglio, come detto. A breve saprete di cosa parla, di come ne parla e, soprattutto, di che musica “suona”. Enjoy.
Foto: ©ciclistapericoloso (tutti i diritti riservati) – dannylinch.com
Pingback: Ciclismo e Rivoluzione: il mio nuovo libro | Ciclista pericoloso