Come Nuvola Rossa, anche Felice, durante il Giro d’Italia del 1976, compì un miracolo. Respinse tutti gli attacchi degli avversari e conquistò la maglia rosa. Una resistenza che al visionario giornalista apparve stoica e ferrea, a tal punto da trasformarsi in vera e propria poesia. Nuvola Rosa vinse, ormai a fine carriera, contro tutto e contro tutti, quell’edizione del Giro d’Italia.
Un ultimo prezioso tassello a una storia iniziata undici anni prima con la maglia gialla a Parigi.
Noi oggi però, mentre pedaliamo tra le fronde di Sombreno di Bergamo, Nuvola Rosa lo immaginiamo in maglia azzurra con la scritta bianca su fondo nero “Salvarani”, la S grande, e in testa il suo fedele ed elegantissimo cappellino bianco. Una silhouette esteticamente ineccepibile. E ancora oggi – non a caso – quella maglia, realizzata con i medesimi tessuti in lanetta di allora, viene riprodotta e venduta online insieme ad altri cimeli del grande campione sedrinese. A comprarla ci sono appassionati di tutto il mondo.
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Nuvola Rosa
posted by giaco72
la gara- puntata 15: La strada
posted by giaco72
Devo affrontare la bufera che non avrei mai voluto affrontare. Sono nudo, senza orpelli, senza appigli, senza finte difese. Aggancio il pedale stringo il casco ed esco dal tunnel allo scoperto in mezzo a una nebbia fitta come nemmeno in pianura padana a gennaio. Sono le nuvole basse. Non vedo nulla. i contorni della carreggiata sfumati, il buio della sera che sta scendendo, le ombre dei ciclisti davanti a me nelle loro mantelle sono piccole chiazze di colore su una tela bianca e uniforme. Però che bello, Dio santo. Dove mi trovo? Perché sono qui? Cosa, nella mia vita mi ha condotto oggi in questa situazione onirica e vagamente pittorica? Ho le gambe fradice e la salopette zuppa non facilita le cose: pesa il doppio, la discesa è gelida e invisibile.
La Gara – Puntata 14: Dritto per dritto
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C’è un punto in cui il dialogo si fa chiaramente impossibile: non diamoci neanche del “tu”, pare dire la montagna all’ingegnere stradale più visionario d’Italia: con te non voglio avere nulla a che fare! E invece l’ingegner Carlo studia, non dorme la notte, non si da per vinto, impartisce ordini a geologi, studiosi di movimenti tellurici e dei cedimenti strutturali eventuali. Non si capacita di quella mancanza di comunicazione (in tutti i sensi) tra lui e la roccia viva. Carlo non andava per il sottile. Andava dritto per dritto.
La Gara – Puntata 13: Balcanica
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Scavalco in sella alla mia bici, indenne, il Brennero e i suoi demoni e mi fiondo nella discesa, umida ma meno fredda di quella precedente dal Kühtai, verso Vipiteno. Sterzing per i locali. La partita dello yogurt, quello che amo di più. Al mirtillo, per la precisione.
La Gara – Puntata 12: Pamplona
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Donne, uomini, ragazze e ragazzi che si ritrovano lì, come a una sorta di metaforico Roxy Bar del dislivello, trascorrendo vigilie inquiete a confrontarsi sull’abbigliamento da indossare il giorno dopo, bere birre burrascose, credendo di alleggerire così, ingenuamente, una tensione che è invece parte integrante della festa stessa. E in quanto tale va accettata e celebrata.
La Gara – Puntata 11: CCCP
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l Kühtai è “soltanto” il primo dei 4 passi di cui si compone questo massacro a pedali in terra tirolese. Un nome che sa di giapponese più che di austriaco, a dire la verità. Qualcosa che ti vuole azzannare come un tifone monsonico d’oriente con torrenziali quantitativi di acqua e onde invalicabili (per tornare all’amato Conrad). Fa freddo, un freddo porco e non è proprio il caso né la situazione propizia, come detto, per pensare ai finisher e al balconcino fiorito della mia pensioncina. Siamo solo all’inizio. la temperatura si approssima allo zero, i concorrenti sono ancora intabarrati come o quasi alla partenza: nessuno, durante la sfiancante salita, ha osato nemmeno abbassare la zip della mantellina.
La Gara – Puntata 10: Foglietti
posted by giaco72
Piove alla partenza? Mantellina e copri-scarpe. Nevica sul passo Giovo? Maglia intima termica a manica lunga, giacca invernale, guanti. Smette di nevicare e arriva il sole? Via manicotti, giù i gambali, zip aperta. Buco e devo fermarmi in mezzo al nulla? Due bombolette di CO2 e almeno 2 camere d’aria di riserva nel borsino sottosella. E via discorrendo.
Alla fine, questo processo di razionalizzazione estrema porta a dissipare i dubbi o quantomeno aiuta a sedarli. Il solo fatto di mettere tutte le variabili nero su bianco, distende la mente, è quasi una forma di ginnastica di riscaldamento.
La Gara – Puntata 8: Asterix
posted by giaco72
La prima edizione dell’Ötztaler Radmarathon si tenne nel 1982. Partenza da Innsbruck, davanti alla basilica di Wilt, 6 in punto del mattino. Dopo alcune variazioni di percorso e di location, nel 1996, per la prima volta, il via viene dato dal centro di Sölden. Gli iscritti sono appena 386. Ed è già un successo. La gente del paese si affaccia dalle finestre timidamente, scruta da capo a piedi con aria interrogativa questo strano popolo in lycra: sono così buffi bardati come palombari, sotto un cielo plumbeo che ricorda l’apocalisse. C’è da chiedersi che cosa cavolo abbiano in mente di fare. Nessuno lo sa con precisione: si parla di una manifestazione, ma è ancora qualcosa di assolutamente generico, quasi un piccolo raduno di appassionati.