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Rock Come Peter Sagan
Storia di una pietra rotolante, con la maglia verde.
Sabato 6 luglio parte il Tour de France. Giovedì 11 luglio esce il mio nuovo libro “Generazione Peter Sagan: una rivoluzione su due ruote” – 66thand2ND editore.
Non parlo solo di Peter Sagan in questo lavoro. Anzi non parlo di Peter Sagan, ma piuttosto attorno a Peter Sagan. Ci giro intorno a 360 gradi. Come un satellite impazzito.
Parlo di noi, di voi, del popolo gioiso del pedale, che non necessariamente seguirà il Tour de France in diretta ogni giorno o andrà magari a scalare il Tourmalet o il Mont Ventoux. Parlo di chi ogni giorno imbraccia la sua bici, avvia Strava e il Garmin a va a divertirsi, ovunque e comunque gli paia. Ma che da oggi ha il suo eroe.
E parlo anche di chi, la bicicletta, se la tiene semplicemente appesa in salotto perché “fa design” o di chi la inforca in giacca e cravatta alle 8 del mattino per raggiungere l’ufficio, con un sorriso in più, però, sulle labbra, rispetto ai colleghi. Che questo – e solo questo – il ciclismo e la bici dovrebbero sempre essere: divertimento, gioco, allegria, rock n’ roll. Cioè, appunto, in ultima analisi: Peter Sagan.
Basta musi lunghi. Basta sempre e solo lei, la fatica. Riprendiamoci la bici.
E così, mentre oggi il “Nostro” si prodigava a dare una mano agli organizzatori della Grande Boucle in quel di Bruxelles (dove inizieranno sabato le danze), martellando impalcature e verificando saldature, io vi lascio in balia di una nuova anticipazione.
Ah dimenticavo: quella lassù è la copertina, ovvio. L’ha disegnata Guido Scarabottolo, per l’art direction, sempre impeccabile, di Silvana Amato.
La foto è di Antonia Conti, che ringrazio di avermi dato la gioia del libro in anteprima.
Che dire? Godetevi la nuova pillola, e correte in libreria l’11 luglio (ma anche su Amazon, se siete pigri).
E se non avete niente di meglio da fare a Milano a luglio, vi aspetto lunedì 15 con l’amico Luca Gregorio di Eurosport per presentarlo al Cinemino (via Seneca 6, ore 19:00). Qui link evento.
Buona strada.
Tour de France Sound-Check.
Insomma, trovo che la bici sia rock ’n’ roll e trasgressiva. E mi sono sempre domandato come mai, tra i professionisti, nessuno se ne fosse davvero accorto prima. Statuaria la posa di Jacques Anquetil, il francese amato dagli snob. Coriaceo l’incedere di Bernard Hinault. Aristocratico e vagamente triste quello di Miguel Induráin e di Alberto Contador. Però mai – dico mai – qualcuno che fosse dannatamente rock.
Certo, una cosa va chiarita subito: devi potertelo permettere, di essere rock ’n’ roll. Se non hai il physique du rôle, se sei ingobbito sulla sella, allora è meglio lasciar perdere. Stesso discorso per l’uso dei social: se devi esserci giusto per esserci, per far vedere che anche tu stai al passo con i tempi, allora il disastro è dietro l’angolo.
Ma uno sportivo, più precisamente un ciclista, che è sempre stato una sorta di archetipo dell’ascesi, cosa cavolo ci deve fare su Instagram?
Niente.
Oppure, tutto. (…)
(Da “Generazione Peter Sagan” – 66thand2nd, in libreria dall’11 luglio)
Foto 2: Instagram Ride 100 percent