Category Archives: Generazione Peter Sagan

ottobre 04

Living Color

Si (ri)parte sabato 5 ottobre da Vercelli per portare in giro il mio ultimo libro “Generazione Peter Sagan: una rivoluzione su due ruote” (66thand2nd).

settembre 20

#GenerazionePeterSagan – Bookstage

Cosa c’è dietro un libro su Sagan?
Presentazioni, incontri (talvolta scontri), birre, scontrini, autostrade.
Ladies and Gentlemen, ecco la photo-gallery di “Generazione peter Sagan”#GenerazionePeterSadagan – 66thand2nd Ed.

settembre 09

Why always me?

Perché ho voluto ricondurre, tutto quanto è cambiato oggi nel ciclismo a Peter Sagan? È una buona domanda. Vi rispondo raccontandovi di Jan Ullrich, della sua depressione, e di una pazza Milano-Sanremo. Enjoy.

luglio 28

Birra, Salsicce e Tour de France

Birra, Salsicce e Tour de France.  “Birra e salsicce” diceva Totò in un film, credendo fosse una parola d’ordine. “Birra e salsicce” urlano ebbri molti tifosi di ciclismo quando si assiepano lungo il tornante numero 7 dell’Alpe d’Huez al Tour de France. Più o meno stessa scena nei pressi del mitico Koppenberg, muro in pavé, […]

luglio 19

PS come Play Station.

«Peter Sagan è un’icona pop. Ha ribaltato l’estetica del ciclismo e un pezzo della sua narrazione» scrive Angelo Carotenuto sul Venerdì di Repubblica a proposito di “Generazione Peter Sagan”, mio ultimo libro. E lo ringrazio molto, perché raramente la prima recensione è stata in sintonia con ciò che volevo comunicare. Cioè che Peter Sagan è la nostra Play Station.

luglio 11

Oggi fuori!

“E l’impressione è che quello che si ha davanti non sia semplicemente un ciclista. Ma qualcosa di più. Un mondo. Uno stile di vita in cui riconoscersi e a cui ispirarsi, mentre si pedala e forse non solo”. Esce oggi il mio nuovo libro “Generazione Peter Sagan”, 66thand2ND Editore. Correte in libreria.

luglio 04

Rock Come Peter Sagan

Insomma, trovo che la bici sia rock ’n’ roll e trasgressiva. E mi sono sempre domandato come mai, tra i professionisti, nessuno se ne fosse davvero accorto prima. Statuaria la posa di Jacques Anquetil, il francese amato dagli snob. Coriaceo l’incedere di Ber­nard Hinault. Aristocratico e vagamente triste quello di Miguel In­duráin e di Alberto Contador. Però mai – dico mai – qualcuno che fosse dannatamente rock.