Sölden Calling

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Maglie al vento.
La data è fissata: per me domenica 27 agosto, per loro (i pro, sì da quest’anno anche i pro) venerdì 25 agosto. Ci sarà anche Froome, neovincitore del Tour? Dubito. Poca cosa per lui.
Di cosa sto palrando? Beh, per chi mi conosce bene e soprattutto ha letto il mio primo libro “Ma chi te lo fa fare?” (Fabbri 2014) questa domanda dovrebbe risuonare quantomeno retorica. Per tutti gli altri, significa che sto parlando della mitica Ötztaler. La granfondo di ciclismo più dura d’Europa: 238 km e 5.500 metri di dislivello positivo. Si corre a cavallo tra Austria e Italia, tradizionalmente da sempre l’ultima domenica di agosto, laddove è il meteo a decidere spesso le sorti. A questo proposito rimando ancora, chi non l’avesse letto, all’ultimo capitolo del mio primo libro sopracitato.
Quando, a causa di un fortunale biblico, decisi, non dopo una notte insonne tra mille pensieri angosciosi e tormentati, di non partire. Già, ma chi te lo fa fare?
Tornai un anno dopo, vincitore. E non pago, nonostante all’arrivo, complice la fatica tantalica fatta per oltre 10 ore, mi fossi detto “Ma più!”, l’anno dopo ero di nuovo al via. E così quest’anno. Un pericolosissimo circolo vizioso in cui è facilissimo ficcarsi, ma da cui è altrettanto difficile (per non dire impossibile) uscire.

Gli spietati.
Il percorso è spietato: 4 i grandi passi alpini da affrontare in serie. Apparentemente pochi (la Maratona dles Dolomites, ad esempio, pensate, ne ha ben 7), in realtà più che sufficienti a stendere un toro. Eccoli in successione: il Kühtai (2020m) che si inizia a scalare da Ötz e presenta un dislivello di 1200 m, il Brennero (1377 m)  777m di dislivello, Il Passo Giovo, in Italia, da Vipiteno (2090 m) 1.300 m di ascesa. Infine la folle e meravigliosa genialità di questa gara. Che arriva quando nelle gambe hai la bellezza di 180 km e 3.500 metri di dislivello, e i muscoli sono intrisi fino all’ultima fibra di acido lattico. Sto parlando del Timmesljoch: il la salita di ben 29 km che da San Leonardo in Passiria (689 m) conduce al Passo Rombo (2509 m), quello sui cui ultimi tornanti ho scattato la foto che vedete lassopra: si tratta delle maglie da “finisher” delle precedenti edizioni appese e svolazzanti beffardamente. Giù il Rombo. In altre parole, prendete lo Stelvio (da Prato) e mettetelo in aggiunta finale al percorso lungo, e già duro di per sé, di una qualsiasi granfondo alpina. Forse, e ho detto forse, avrete allora l’idea vaga di cosa significhi e sia la Ötztaler Raadmarathon. Un’emozione per cuori forti. E polpacci di marmo.

Ötztaler e PRO Ötztaler 5500. 
Novità di questa edizione 2017: i pro, dicevamo. 150 ciclisti professionisti appartenenti a teams iscritti alla Federazione Internazionale Ciclismo. Stesso medesimo percorso, nome leggermente (e forse dolcemente) diverso: PRO Ötztaler 5500″.
I big partiranno venerdì, 25 agosto alle ore 12:30 dal centro di Sölden.
Thomas Rohregger, ex professionista e membro del comitato organizzatore, ha detto che  – chiaramente, ci mancherebbe altro – arriveranno al traguardo con un tempo migliore rispetto a quello degli amatori, ma al momento non riesce a fornire un’ipotesi di quanto migliore. E questo la dice lunga su come è dura questa gara.
Ma, soprattutto, conoscendo certi amatori, potrebbe essere anche di poco.
Si dice che i pro viaggeranno a una media tra i 34 – 36 km all’ora.
Staremo a vedere. Io mi accontento della mia, al confronto da bradipo. Ma io voglio essere eroe per un giorno mica vincere. Come dicono a Sölden, “Ich habe einen Traum”  (ho un sogno). E quello conta.
Due giorni dopo, infatti, domenica 27 agosto, alle ore 6:45 del mattino, al fatidico colpo di cannone, partiremo noi. Ovvero 4.000 amatori provenienti da tutto il mondo (si contano quest’anno ben 39 nazioni).
Il sole starà per sorgere, la valle dell’Oetz sarà già animata di curiosi a guardare questi folli in braghette corte e giacche colorate, i ghiacciai incomberanno come sempre  sull’allegra cittadina tirolese, sembreranno anche loro fare il tifo per noi. Quel profumo inconfondibile di legna tagliata, misto a polvere di stelle, svolazzerà nell’aria rarefatta che saprà di giornata speciale. Alle nostre spalle – senza che nessuno oserà voltarsi per guardarla – la lunga discesa dal Timmelsojch, il Passo Rombo. Ci penseremo soltanto quando avremo varcato il lungo tunnel che porta alla sua vetta, qualche ora dopo, dove finalmente ci si potrà lasciare andare all’ebbrezza del sogno. Il “traum”, sarà finalmente – come per il miracolo di San Gennaro – divenuto realtà.
See you soon. See you in Sölden.

Per maggiori info: il sito della Ötztaler

Photo credits: ©ciclistapericoloso