Gira l’Italia.

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Fuori!
Eccolo, è uscito. Avete visto?
Vi ho martellato incessantemente, prima sottotraccia poi sempre più a gran voce, per settimane, anzi mesi, ma finalmente il #NuovoLibro è arrivato.
Per chi non lo sapesse, si intitola “Storia e geografia del Giro d’Italia”, è edito da Utet (lo stesso editore del precedente “Il carattere del ciclista”) e da ieri è in libreria, disponibile anche in e-book e lo trovate persino su Amazon. Guarda un po’. Insomma, non avete scuse. Mo’ ve tocca. E io voglio vincere il Pulitzer, sia chiaro. Per cui, sotto a comprarlo (e a leggerlo).
Anche perché – lo giuro – è bellissimo.
E, soprattutto, mette una voglia esagerata di Italia. Di andarci in giro per il Bel Paese, con la scusa del Giro d’Italia numero 100 certo, ma magari anche per scoprire altro.
Dalle Alpi al mare, da Cortina alla Costiera Amalfitana. Tutto un su e giù per una gragnola di bellezze difficilmente reperibili altrove. Non me ne vogliano i francesi, i tedeschi o gli spagnoli.
E siccome questo breve scampolo di vacanze pasquali ci ha messo a tutti una gran voglia di quelle più lunghe, le estive, direi che possiamo inaugurare la serie di piccoli estratti dal #NuovoLibro (piccoli però, ci tengo a precisarlo) con il mare.
Per la precisione con un piccolo lembo di terra, spazzato dal vento, tra la Costa Smeralda e La Corsica. Un braccio di mare, che racconta storie di naufraghi e tempeste, laddove Giuseppe Garibaldi s’invaghì di tramonti e acque azzurre fino a perderci la testa (e poi la vita). Un posto dove si parla un po’ francese un po’ sabaudo, e dove ci si sente un po’ “separati” da tutto il resto.
Un’isoletta nell’isolona, un po’ snob, un po’ principessa sul pisello, immersa tra il profumo di ginepro e quello dei tubolari che scorrono sull’asfalto rovente. Quello di un cronoprologo, forse il più incredibile e spettacolare che il Giro avesse mai pensato. Era il 2007, e Danilo Di Luca con la sua Liquigas faceva faville. Chiedere a Gasparotto.
Lei era l’isola della Maddalena, anzi, per la precisione, quella di Caprera. Una piccola formichina di terra e arbusti collegata all’isola maggiore soltanto da un ponte, anche detto suggestivamente “Passo della Moneta”.  E siccome tra poco più di 2 settimane il Giro d’Italia numero 100 partirà proprio da lì, dalla Sardegna (Alghero, 5 maggio), quale omaggio migliore?
Io mi tuffo. Voi che fate?

12 maggio 2007, isola di Caprera.
C’è voluto il bicentenario della nascita di Garibaldi per riportare il Giro d’Italia in Sardegna. Un avvenimento più unico che raro, quasi che la Corsa Rosa, di questa terra aspra e brulla non ne volesse sapere: in circa cent’anni, di qui c’era passata appena due volte. La prima nel 1961, quando l’Italia compì un secolo, la seconda nel 1991. Essì che di salite e passi da queste parti non ne mancano, come sanno bene gli abitanti del Gennargentu o quelli dell’altopiano del Golgo.
L’edizione numero 90 del Giro d’Italia ha invece deciso di partire proprio da qui, dalla Gallura, la regione più a nord della Sardegna, nota soprattutto per la Costa Smeralda, i vip e le acque cristalline.
Tuttavia, per non rendere le cose troppo banali, oggi si partirà da una località particolare. Niente Cala Volpe, niente Porto Cervo, niente Billionaire, il Giro atterrerà su una piccola isoletta dal mare turchese e dal profumo di mirto e ginepro. Un minuscolo lembo di terra roccioso e fatato, staccato dall’isola maggiore soltanto da un braccio di mare. Un’isola nell’isola. , ci voleva un suo satellite impazzito.
Caprera fa parte dell’Arcipelago della Maddalena, quell’agglomerato di terre emerse che si trova a nord della Costa Smeralda e a sud della Corsica. Una sorta di meravigliosa indecisione geologica. Vuoi stare in Italia oppure ti senti francese? La Maddalena non lo sa. O, meglio, non l’ha ancora capito o deciso. Un po’ snob, e in questo è sicuramente poco sarda e molto più transalpina. Ma anche se il suo unico centro abitato viene chiamato “Piccola Parigi”, è sempre un luogo profondamente mediterraneo. Un cocktail indisciplinato di paesaggi e profumi che genera fascino in tutto il mondo.
Sette sono le isole maggiori che compongono l’arcipelago, alle quali si aggiunge una serie, innumerabile – secondo alcuni addirittura 40 – di isolotti minori, poco più che scogli a dire la verità. Paiono le briciole di Pollicino, lasciate qui per ritrovare la strada che porta dritti in Corsica. Il tratto di mare che separa l’arcipelago dall’isola francese sono le famose Bocche di Bonifacio, una volta un’enorme vallata che collegava due terre, tanto diverse, ma ugualmente inquiete. Le isole che compongono oggi la Maddalena sono le punte emerse della catena montuosa che univa un tempo Corsica e Sardegna.

Qui o ci soffia il Maestrale oppure entra il Libeccio. In ogni caso, sono cazzi. Mare mosso e tante storie di naufraghi.
Oggi si partirà da Caprera, in località “Stagnali”, da quella che fu la casa di Garibaldi
 (…)

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Presentazione: venerdì 21 aprile, h. 18:30, Tempo di Libri (Milano, Rho Fiera), Sala Calibri, Pad. 2

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