Da che cosa stai scappando?



Rullo di tamburi, squillo di trombe: con ogni probabilità Ma chi te lo fa fare sarà il titolo del libro. Uscirà per la nuova collana Wild di Fabbri Editori.
Tecnicamente viene definita una “Narrative non fiction”: una storia vera raccontata con lo stile della narrativa, sulle orme di best-seller come Nelle terre estreme di Krakauer o La morte sospesa di Jo Simpson. Il confronto, non lo nascondo, mi lusinga ma mi spaventa molto. Anche perché il film – Into the Wild – tratto dal primo dei due libri, credo sia il mio preferito in assoluto degli ultimi dieci o quindici anni.
Tornando alla “Narrative no fiction”, per me è stata semplicemente la scusa per parlare della mia passione/ossessione: la bicicletta.
Ovverosia quello che è diventato, a tutti gli effetti, uno strumento personale di ricerca. Perché pedalare non è solo uno sport, ma un modo di vedere le cose. Una lente deformante o formante attraverso cui guardare il mondo.
Andare in bicicletta aiuta a notare cose che altrimenti non si noterebbero, a pensare cose che altrimenti non si penserebbero, a conoscere se stessi come altrimenti non si riuscirebbe.
Infine, è un maledetto stabilizzatore dell’umore, del quale si diventa presto dipendenti.
Un po’ come scrivere.
Senza la bici, molte cose non mi sarebbero semplicemente mai venute in mente. Senza la bici, non avrei conosciuto persone e storie, o forse non le avrei viste nello stesso modo. Senza la bici, la mia vita sarebbe diversa. Nel bene come nel male.
Per questo mi piace pensare di aver scritto un libro che parla d’altro. Non semplicemente del Gavia, del Galiber o del Timmesljoch.
A proposito di Wild, se c’è una “filmografia” che ha ispirato questo libro, sicuramente questa parte dal bellissimo film di Sean Penn. Un film drammatico solo apparentemente. In realtà, una storia che racconta un po’ di tutti noi, e del bisogno di scappare ogni tanto, che tutti abbiamo. Per sentirci meglio, per scoprire nuove cose, per trovare noi stessi, oppure altro. Forse anche semplicemente per non rimanere con le chiappe rammolite.
Ecco, questo post vuole essere un omaggio a tutta la collana Wild, interamente dedicata all’estremo e al selvaggio. Una bellissima  e, a mio avviso, centratissima idea avuta da Fabbri Editori.
Perché abbiamo tutti maledettamente bisogno di selvaggezza. Esteriore o interiore che sia.
Ah,  se non avete ancora visto Into the wild, direi che è giunto il momento di farlo.

IMPORTANTE: Tutti i materiali, le riflessioni e le anticipazioni sul libro in uscita per Fabbri, li trovate raccolti in CICLOFFICINA.