Perché io salgo.

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Nel bosco, senza le briciole di Pollicino. 
Allora, siete pronti a perdervi? E a fare fatica?
Nel #NuovoLibro si salirà, e anche parecchio. Diciamo che un buon 60% delle pagine che ho scritto è quantomeno ondulato. Per non dire proprio in piedi.
Questione di feeling.
Sapete come la penso, bici senza salita, uguale no bici.
Non me ne vogliano gli amanti dei velodromi o delle trenate in pianura, ma io senza dislivello sono perso. Il ciclismo mi sembra un altro sport.
E così, ho colto la palla al balzo. Vi porterò in giro per l’Italia a fare salite e discese ardite, accarezzando laghi incantati, lasciandovi soli in boschi pieni di briganti, ad attendere che ve la caviate, senza briciole di Pollicino.
Non scherzo, sarà davvero così. Io vi accompagno, poi però ve la dovrete vedere da voi.
Spesso le strade non saranno asfaltate. In alcune sembrerà di percorrere la Parigi – Roubaix su un piano inclinato.
Su altre vi verranno incontro strani animali, condottieri, persino Papi ogni tanto.
A volte ci sarà da battere i denti per il freddo, altre da sudare le sette camicie e morir di sete.

Fotografo Pericoloso.
Venendo a loro, alle salite. Quelle che percorreremo avranno tutte una storia da raccontare. Mica ci metteremo là, io e voi, a farle per la prima volta. Tra gli alberi, lungo i ruscelli, nascoste dietro le pietre troveremo piccole leggende, quelle dei ciclisti che le hanno percorse prima di noi. Ci faranno compagnia lungo il tracciato, piuttosto lungo a dire la verità, che ci attende.
Per me è stata l’occasione di scoprire nuovi luoghi, nuove strade che prima non avevo mai percorso. Spero lo sia anche per voi.
Spesso mi sono fermato e ho parlato con la gente, sono entrato in vecchie osterie a riempire la borraccia, mi sono fatto raccontare particolari strani. Stavo zitto e annotavo. Ho raccolto materiale, respirato l’aria del luogo. Ma soprattutto – mi sono accorto – ho  fatto molte foto. Davvero tante, e questa è una cosa abbastanza inconsueta per uno come me, affetto invece da grafomania spinta. Vi dirò di più, mi è piaciuto un sacco farle, mi aiutava nel capire come e cosa scrivere dopo, aggiungeva sensazioni e suggestioni che spesso si sono rivelate decisive. Sta cosa ve la dovevo quindi dire. Se rinasco, giuro, apro un altro blog: “fotografopericoloso”.
Ma le foto, vi fermo subito, nel libro non le ho messe, non c’era spazio.Mi limiterò così a pubblicarle qui, di tanto in tanto, se siete d’accordo. In fondo fanno parte anche loro del “viaggio”. E devo dire che non sono venute affatto male.

Il Carattere Delle Salite.
Se c’è una cosa che ho capito più di tutte, mentre salivo, parlavo, mangiavo e fotografavo, è che non esiste una sola salita uguale ad un’altra. Bella forza, direte. E invece non è mica così scontato. Ognuna ha cioè una sua identità precisa. Come fosse una persona, con il suo carattere, i suoi pregi e i suoi difetti. E anche quando sembra di averla capita e magari verrebbe voglia di paragonarla ad un’altra che si conosce meglio, ecco che lei ti sfugge e si allontana. Esattamente come le persone. In altre parole, le salite sono “umane”. Mortirolo, forse, a parte.
A renderle diverse tra loro, non è soltanto il paesaggio: ad esempio lo Stelvio e il Gavia o il Pordoi e le Tre Cime di Lavaredo sono a pochi chilometri di distanza tra loro, le montagne son quelle su per giù. Eppure non c’entrano nulla l’una con l’altro. Mondi separati.
Ho così cercato di raccontare queste ascese (ma nel libro non ci saranno solo salite, ovviamente) come fossero personaggi di un film o attori di una commedia teatrale. Alcuni sono corrucciati, altri spavaldi. Qualcuno è timido e introverso, qualcun altro ha la testa calda e va domato. Sì, avete capito, anche le salite hanno un carattere.
Ma il nuovo libro non sarà “Il carattere delle salite”. Troppo facile.
Coraggio, non vi resta che attendere un nuovo indizio.

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Foto: ©ciclistapericoloso