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dicembre 25

la gara- puntata 15: La strada

Devo affrontare la bufera che non avrei mai voluto affrontare. Sono nudo, senza orpelli, senza appigli, senza finte difese. Aggancio il pedale stringo il casco ed esco dal tunnel allo scoperto in mezzo a una nebbia fitta come nemmeno in pianura padana a gennaio. Sono le nuvole basse. Non vedo nulla. i contorni della carreggiata sfumati, il buio della sera che sta scendendo, le ombre dei ciclisti davanti a me nelle loro mantelle sono piccole chiazze di colore su una tela bianca e uniforme. Però che bello, Dio santo. Dove mi trovo? Perché sono qui? Cosa, nella mia vita mi ha condotto oggi in questa situazione onirica e vagamente pittorica? Ho le gambe fradice e la salopette zuppa non facilita le cose: pesa il doppio, la discesa è gelida e invisibile.

agosto 25

La Gara – Puntata 10: Foglietti

Piove alla partenza? Mantellina e copri-scarpe. Nevica sul passo Giovo? Maglia intima termica a manica lunga, giacca invernale, guanti. Smette di nevicare e arriva il sole? Via manicotti, giù i gambali, zip aperta. Buco e devo fermarmi in mezzo al nulla? Due bombolette di CO2 e almeno 2 camere d’aria di riserva nel borsino sottosella. E via discorrendo.
Alla fine, questo processo di razionalizzazione estrema porta a dissipare i dubbi o quantomeno aiuta a sedarli. Il solo fatto di mettere tutte le variabili nero su bianco, distende la mente, è quasi una forma di ginnastica di riscaldamento.

luglio 26

La Gara – Puntata 9: il senso di Bernard per la neve

Figlio di un ferroviere bretone, aria burbera, fisico tracagnotto e muscoloso, il francese Hinault vinse ben 5 Tour de France, come solo i più grandi di sempre. Potremmo considerarlo, a tutti gli effetti, l’eroe per eccellenza di ogni concorrete dell’Ötztaler.
E tutto ciò è riconducibile a un fatto, a un episodio legato a un capo di abbigliamento, divenuto ben presto un’icona del ciclismo. Un passamontagna di lana rosso.

luglio 22

La Gara – Puntata 8: Asterix

La prima edizione dell’Ötztaler Radmarathon si tenne nel 1982. Partenza da Innsbruck, davanti alla basilica di Wilt, 6 in punto del mattino. Dopo alcune variazioni di percorso e di location, nel 1996, per la prima volta, il via viene dato dal centro di Sölden. Gli iscritti sono appena 386. Ed è già un successo. La gente del paese si affaccia dalle finestre timidamente, scruta da capo a piedi con aria interrogativa questo strano popolo in lycra: sono così buffi bardati come palombari, sotto un cielo plumbeo che ricorda l’apocalisse. C’è da chiedersi che cosa cavolo abbiano in mente di fare. Nessuno lo sa con precisione: si parla di una manifestazione, ma è ancora qualcosa di assolutamente generico, quasi un piccolo raduno di appassionati.

luglio 20

La Gara – Puntata 7: Diventare Jedi

La gente qui la chiama semplicemente la gara. Quasi non ce fossero altre. Le manifestazioni ciclistiche amatoriali abbondano in tutta Europa, sono un business, così come le gare di triathlon e le maratone. Da primavera all’autunno è un proliferare di granfondo, cicloraduni, brevetti. Ma niente è simile alla gara. Tutti lo sanno, tutti ambiscono a parteciparvi, tutti sognano quella maglia da “finisher” che viene consegnata al concorrente soltanto se (e dopo) aver superato il traguardo.

luglio 13

La Gara – Puntata 4: Ride to Survive

Mi incuneo subito, facendomi se possibile ancora più piccolo, in un drappello di austrungarici non meglio identificabili, ma sufficientemente grandi e grossi da metter in mostra buone gambe, partono subito lancia in resta, abbondantemente sopra il 40 all’ora. È il mio treno, mi chiama. In gara in bici ognuno ha il suo. O, meglio, se lo deve trovare da sé: lesto vi si deve infilare, prestando attenzione alle borracce che cadono, alle rotonde malsegnalate, ai ventagli mancati, agli svolazzi, alle cadute (frequenti alla partenza) e ai cambi di traiettoria improvvisi. Ora siamo scesi dalla barca a vela e siamo saliti a bordo di una Formula 1.

luglio 09

La Gara – Puntata 2: Skyfall

Siamo a fine agosto, le giornate non sono più lunghissime, il sole tramonta prima e nelle Ötztal Alpen, in questo periodo, è già autunno inoltrato.
Trovarsi a percorrere i 25 chilometri di discesa dal passo del Rombo, l’ultimo dei quattro di cui si compone la gara e anche il più duro, con il buio della notte e le temperature sottozero non deve essere una passeggiata.

luglio 07

La Gara – Puntata 1

Le nubi basse avvolgono il bosco che risale verso Vent e Obergurlg, e poi su e ancora più su fino al Timmesjoch, il passo Rombo, a 2500 metri di quota. I tetti delle baite e degli chalet sbucano qua e là come apparizioni lillipuziane. I campanili a cipolla delle chiese tirolesi sembrano funghi spuntati durante la notte. Lo sbuffare dei camini, già accesi per via delle basse temperature, si confonde con quello della coltre grigia e carica d’acqua, trasformando il paesaggio in uno scenario onirico. Le cabine della funivia che sale verso il ghiacciaio Rottenbach, a più di tremila metri do quota, si perdono nel nulla solforoso. Alle sei è prevista la conferenza stampa per i giornalisti proprio lì in cima: dovrei andarci, ma onestamente ne ho poca voglia.

agosto 30

L’esperto di sogni.

Il mio psico-racconto dall’ultima Ötztaler Raadmaraton.
Ernst Lorenzi è un uomo non tanto alto, robusto e con i capelli in perenne disordine.
Me lo presentano alla Freizeit Arena – l’arena del ghiaccio di Sölden, dove si ritirano i pettorali – , mi chiede di cosa scrivo, glielo racconto. Sembra incuriosito: “Il carattere di un ciclista?? Cosa è?”.