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Tutto in una nota.
Mentre scrivevo il libro ho ascoltato tantissima musica, ve l’ho detto.
A volte alcuni pezzi mi hanno accompagnato per interi capitoli: li mettevo in loop, anche per ore. Senza mai annoiarmi. Alcuni mi hanno aiutato moltissimo: nei momenti di crisi e difficoltà creativa.
Facendomi ritrovare l’ispirazione, strappandomi fuori emozioni nascoste. Come se riuscissero loro a dirmi cosa dovevo scrivere.
Ho sempre amato la musica, e trovo che nell’andare in bici ci sia qualcosa di analogo. Lo avevo già detto qui
Ecco, tra tutte le canzoni che ho ascoltato in questo periodo di full immersion nella scrittura, ce n’è una in particolare che ho sentito più delle altre. L’ho messa e rimessa migliaia di volte. Senza mai annoiarmi. È un pezzo fantastico, nella sua semplicità e cupezza disarmanti.
È questa meravigliosa versione di “Hurt”, dei Nine Inch Nails, rifatta da Johnny Cash.
Hurt vuol dire “soffrire”.
E niente fa soffrire come uno sport praticato intensamente. Fino allo spasimo.
Come le rampe del Mortirolo o la lunghezza estenuante dello Stelvio.
Per il suo testo, talmente adatto al tema della “sofferenza”, persino la Nike scelse di utilizzare questa canzone in uno spot di qualche anno fa: quello che vedete lassopra.
Credo che l’operazione pubblicitaria che ne è stata fatta quella volta sia stata pressoché perfetta.
Nel mio libro, mi sono reso conto, ho cercato per 200 pagine di raccontare la stessa cosa, loro ci sono riusciti in 1 minuto.
Non potevo risparmiarvelo.