Il viaggio.

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Caro lettore,
l’inverno passa in fretta. La primavera è a uno sputo, basta crederci. le giornate si stanno già allungando se le guardi bene. E io muoio dalla voglia di darti una gran bella notizia.
È in arrivo un nuovo libro. Uscirà in primavera e sarà un lungo viaggio da fare assieme.
Uscirà sempre per UTET, editore cui sono particolarmente grato oltre che affezionato. Innanzitutto per la fiducia accordatami (trattasi, lo dico subito, di progetto alquanto ambizioso) e poi per la capacità frizzante e rara di variare nell’intricato mondo della saggistica, o “non fiction” come si ama dire oggi.
Quando ho iniziato a scrivere anni fa su questo blog, mai avrei pensato che un giorno sarei arrivato a pubblicare 3 libri di ciclismo. Di cui uno, il secondo, tradotto addirittura in Olanda e in Germania. Quasi quasi, adesso che ci penso, anzi mi viene anche un po’ di paura. E se poi agli olandesi non piace? E se i tedeschi si incazzano perché non c’è Ulrich tra i ciclisti ritratti?

La prossima sarà una storia speciale, diversa dalle precedenti. Non sarà un libro di astrofisica o di geopolitica, intendiamoci. Ma di fottuto e sporco ciclismo, as always. Di quello fatto di polvere, fatica, sudore e soprattutto strane storie. Ma sarà un libro molto a sé.
Dove la bici diventa una magnifica scusa per raccontare anche d’altro.

Si parlerà di tutto e soprattutto si andrà anche molto in giro. Come per il precedente – “Il carattere del ciclista” – non sarà fondamentale aver pedalato, ma potrebbe aiutare. Ma non sarà obbligatorio nemmeno essere appassionati cronici dello sport più bello del mondo, il ciclismo. Basterà avere voglia di mettersi in viaggio, muniti di pazienza e flessibilità. Spesso ci si perderà e prima di ritrovare la strada maestra, si faranno un po’ di deviazioni impervie. Non abbiate paura, prendete tutto con il vento in faccia, come sul ponte di una nave che parte per l’Oceano.

Nei prossimi mesi, come sempre, troverete qui, nelle “ciclo-officina”, anticipazioni, curiosità, riflessioni e, chissà, magari anche qualche piccola sorpresa.
Allora, che dite, le allacciamo queste cinture?

Vostro, ciclistapericoloso