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Perso in una favola.
Storia di una Clavicola Magica
Cosa c’entra Corto Maltese con il #NuovoLibro?
Mah.
Francamente non ne ho la più pallida idea.
E di più, cosa c’entrano Venezia e piazza San Marco con tutto questo?
Men che meno.
Però una storia, di cui mi sono letteralmente innamorato, ve la devo proprio raccontare.
Si narra che a Venezia ci fosse (e magari c’è ancora) nascosta da qualche parte la “Clavicola di Salomone”, un misterioso talismano con incisi sopra dei caratteri speciali e di difficile interpretazione. Erano le indicazioni per ritrovare il “Tesoro di Salomone” e della regina di Saba. Pare che il diamante si nascondesse sotto il corpo dell’evangelista San Marco, trafugato da Alessandria d’Egitto da due mercanti e trasportato poi sin qui, nella città più bella del mondo, due secoli fa.
Corto Maltese, il noto marinaio giramondo – e molto perdigiorno – ideato da Hugo Pratt, si mise in testa di recuperarlo. Tutta colpa del poeta Baron Corvo, amico fraterno, che gli aveva inviato per lettera un misterioso indovinello: il leone greco perde la sua pelle di serpente settentrionale tra le brume di Venezia. E chissà cosa diavolo avrà voluto dire. Anche perché leoni greci a Venezia, si domanda l’eroe di Hugo Pratt, ce ne sono?
L’avventura ha inizio.
Siamo all’inizio del secolo scorso, 1921 per l’esattezza, e Corto dopo aver parlato con poeti, strane guardie e una donna-filosofa che si dice ispirata alla cantante veneziana Patty Pravo, sembra desistere. La Clavicola non si trova, vadano al diavolo. Lei e Salomone.
Anzi forse, a pensarci bene, proprio non è mai esistita. Tutta colpa di Baron Corvo che si è preso gioco di lui con un indovinello del cavolo, un inutile rompicapo senza scopo. Meglio dimenticarsene e recarsi in una di quelle corti veneziane nascoste dunque. Quelle in cui aprendo un portone si può finire, per magia, dall’altra parte del mondo, e in altre storie. Proprio in queste, i veneziani quando sono stanchi e stufi della realtà, si rifugiano. E come dargli torto?
Eppure, proprio mentre così anche Corto sta per fare, ecco che il marinaio, come per incanto, si trova in tasca qualcosa di appuntito. Armeggia nella stoffa impregnata di salsedine per via delle mille avventure e…. la Clavicola di Salomone! Dannazione, proprio ora. Proprio sul più bello. Come in un sogno. E ora tocca scagliarsi per davvero.
…e di una misteriosa tappa del Giro d’Italia.
Ecco, ve l’ho raccontata. Non è una storia bellissima? Non potevo che perdermici, un po’ come Corto tra le calli veneziane. E se vi dicessi che in mezzo a quelle calli, parecchi anni dopo, un ciclista trentino, di poco più di vent’anni, ci sarebbe sfrecciato vincendo un’incredibile tappa del Giro d’Italia?
Ci credereste?
Io dico di sì. In fondo, alle favole, conviene sempre credere. Soprattutto se veneziane.
Non sapeva nemmeno nuotare o quasi quel povero ciclista figlio di contadini, e aveva una fifa del diavolo di finire in acqua.
Quella volta si era persino informato se ci sarebbero stati – nel caso – sommozzatori pronti a raccoglierlo. Sai mai come va a finire nella città che cammina sul mare.
C’era il Giro per la prima volta a colori in TV, c’era la mitica sigla “Fantasy Girl” di Steven Schlaks e la gente era presa da un tourbillon felliniano di immagini e storie.
Quel ciclista trentino, dopo quel giorno avrebbe avuto davanti una carriera luminosa, il cui meglio doveva per altro ancora venire. Altre 2 Parigi – Roubaix (la prima l’aveva vinta giusto quell’anno), un record dell’ora battuto due volte (la seconda infrangendo il suo stesso, stabilito solo qualche giorno prima) e un incredibile Giro d’Italia, che sembrava ormai perso per l’ennesima volta (si dice che quel ciclista non fosse adatto alla Corsa Rosa, che correva ogni tappa senza strategia, con poco sale inzucca e il cuore perennemente in gola, quasi ogni frazione fosse una classica).
Chissà, magari la causa di tutto quel successo inaspettato, proprio a partire da quel giorno veneziano di maggio, era solo la Clavicola di Salomone. Aveva deciso di sprigionare i suoi poteri magici proprio lì, durante quell’incredibile tappa.
In fondo, Venezia è una città di misteri, labirintica, affatto semplice. Pensate, la corrente del mare cambia senso ogni 6 ore, prima gira in un modo, poi al contrario, poi di nuovo in quel modo. E poi, tra i suoi caffè e le Procuratie, Antiche e Nuove, ci sono passati un po’ tutti. Da Richard Wagner a Beppe Saronni, passando per Roberto Visentini e una maglia rosa venuta dal belgio. Io vi direi che ora avete tutti gli indizi giusti per leggere il #NuovoLibro.
In ogni caso, di più – mi dicono – per ora non posso dirvi. O Corto potrebbe arrabbiarsi.
Ma ormai manca poco – aprile si avvicina – il #NuovoLibro bussa alla porta.
Chissà che, come Venezia, non ci porti da altre parti.
Tutto sul #NuovoLibro
Foto: ©ciclistapericoloso (“Corto Maltese – Una Favola di Venezia”)