Niki Lauda e io.

Cosa c’entra Niki Lauda con me, con il ciclismo, e soprattutto con il mio libro?
E Ricky Cunningham di Happy Days?
Eh, cari miei: ancora poco. Dopodomani la risposta la trovate in libreria (e anche in ebook). Nel frattempo vi stuzzico ancora un po’ l’appetito (dal capitolo 11).

(…) Niki Lauda è nato a Vienna, in Austria, il 22 febbraio del 1949.

È stato tre volte campione del Mondo di Formula 1, due con la Ferrari: nel 1975 e nel 1977. Il primo agosto del ‘76 rimane vittima di un gravissimo incidente, durante il Gran Premio di Germania, a Nürburing: l’auto sbanda, viene centrata in pieno da un’altra che sopraggiunge e prende fuoco. Lauda ne esce con il viso sfigurato per sempre a causa delle gravissime ustioni.

Lo stesso anno, in testa al campionato del mondo, nell’ultimo decisivo Gran Premio, in Giappone, Niki si ritira: piove troppo, non riesce a guidare, gli passano davanti agli occhi le immagini di sua moglie e, soprattutto, del suo incidente. La vita vale troppo per rischiarla così, e Lauda rientra ai box. Perde il Mondiale lasciando la vittoria al  suo rivale, James Hunt.

 È un giorno di ottobre e, guarda caso, piove. Sto uscendo dal cinema, ho portato Fabio e Mattia a vedere Rush, il bellissimo film di Ron Howard che racconta proprio la storia di Niki Lauda. È passato poco più di un mese dall’Ötztaler Raadmarathon e la prima cosa a cui penso, dopo il fim, è proprio a quel sabato della vigilia. 
(…) (ADESSO BASTA, SE NON NON ME LO COMPRATE PIU’)