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La voglia.
Tira un’aria strana da un po’.
Tutta fatta di voglia di strafarsi e di strafare.
Da qualche settimana, nelle mie gambe, e ancor prima nella mia testa, v’è voglia di stanare dislivelli impossibili. Concentrazione sugli obiettivi, occhi pallati sulla RAM nera nastrata a lucido della mia Cinelli Best of e albe cariche di cattivi propositi: primo maltrattare il bitume.
C’è voglia di far le cose per bene. In grande spolvero.
Occorre darsi una calmata?
Nient’affatto.
I giochi, quelli veri, si fanno ora.
Bando alle ciance. Fine delle scampagnate a ritmo turistico.
Menare 2.560 m. di dislivello la domenica di Pasqua, anziché poltrire e darsi alle libagioni. Da soli. E muti.
E Mario? Il tarantola pare tarantolato, il pitone avvelenato, sputa fuoco dai canini incendiati: fa il Monte Baldo (la bellezza di 1.350 m. di dislivello in una sola salita) e non pago sale anche altrove e s’immola a oltre 2000 m con 150 km. Pure lui, da solo.
Spavento e paura.
Ma chi sono questi due cavalieri dell’apocalisse dal reggisella integrato?
Due futuribili granfondisti in cerca di pane croccante da mettere sotto denti tutti alto profilo.
Sì insomma la preparazione ha girato drasticamente con aprile.
Ogni weekend si macinano almeno 2000 m. di dislivello con in testa piantati gli obiettivi.
Novecolli, Giordana, Maratona e il Pitone pure la Oetzaler. Beato lui che sorteggiato fu.
Roba da far tremare le natiche anche a Gimondi.
Si comincia domenica 22 maggio, a Cesenatico. Ove l’anno scorso s’inanellarono nel giro di poche ore una Champions League, consumata nella hall indimenticabile finché campo dell’Hotel Apollo e un 5 ore secche sul medio, tempo record. Al momento.
Bolle in pentola però una voglia strana, questa volta. Una voglia assolutamente pazza. Che si chiama 200 km. Che per soprannome fa “3.800 m. dsl” e che fa rima con “Lungo”.
Siamo pronti? Nient’affatto. Ma siamo matti. Questo è sicuro.
Insomma, solo voglia al momento. E niente più. M,a si sa, le voglie son sorelle delle pedivelle.
Tornando alla bike-list 2011, spostiamoci di un mese.
Siamo a giugno, e approdiamo in quel dell’Aprica, Valtellina. Domenica 26 per l’esattezza (nonché compleanno della moglie pericolosa: le devo regalare una prestazione super).
Alberghetto di 7 stanze in tutto con 2 bagni in comune e il Pitone e il Pericoloso, belve a seguito, carichi di mito e gloria si appresteranno a toccare bitume prezioso.
Siore e siori, stiam’ parlando della signora Gavia e del signor Mortirolo. In un solo colpo.
La Gf. Giordana, ex Marco Pantani, miete vittime illustri della pedivella proprio in forza del suo dislivello pauroso e delle sue pendenze per stomaci forti.
I nostri dovranno esserlo in capo a due mesi.
Due mesi.
In due mesi si decide una stagione.
E corriamo ancora avanti con la macchina del tempo: 10 luglio, Corvara. Venticinquesima Maratona dles Dolomites. 140 km e 4.200 m dsl.
Il Giau e i Monti Pallidi. Michil Costa e la Pension Plang. Le saponette che mancano e gli spaghetti taglia XXXL.
Signori, l’addio al celibato mai consumato in gioventù, posposto alla soglia dei quaranta.
Con tanto ben di Dio davanti, la preparazione meritava una scossa. Già da aprile.
E scossa elettrica è stata. Complice il meteo straordinario di questo mese. Temperature perfette, cieli carichi di sole e di luce.
Partenze alle sei come d’estate. 6 ore sulla sella come minimo.
A suon di prealpi bresciane, trinagoli lariani e appenino ligure.
Dall’altopiano di Rasone al Santuario di Montallegro, passando per il Superghisallo e il Passo del Bracco.
Un mese così ancora non me l’aspettavo.
Così, reduce da una pasqua ligure, a suon di pignoni agili e gambe arzille, con ancora il profumo dello iodio sotto il naso, vi dico che c’è aria di gazzarra nell’aria.
State accorti.
Totale distanza: 128 km
dislivello: 2564 m.
V/M: 22,3 km
PS: un pensiero da questo piccolo blog a Pietro Ferrero e alla sua famiglia.