Il cielo sopra Gargnano.

il tempo ritrovato.


quando il bambino era bambino, se ne andava a braccia appese.

voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un torrente, e questa pozza il mare.
quando il bambino era bambino, non sapeva d’essere un bambino.
per lui tutto aveva un’anima, e tutte le anime erano tutt’uno.

(Peter Handke)

Quando il pericoloso era pericoloso se ne andava sul lago di Garda, da solo. Come quando era bambino.
Saliva docile sul monte, pensando che la lingua d’asfalto fosse un’unica strada. Che lo portasse dove voleva lei.
Quando il pericoloso era pericoloso si faceva portare dai boschi e dal profumo di legna fino a cime sconosciute. Raggiungeva una piccola radura, a mille metri dalla verde conca d’acqua che sotto lo aveva docilmente cullato. Altopiano di Rasone, lo chiamano.
Quando il pericoloso era pericoloso andava là dove il suo nonno (l’altro, non quello ciclista) lo portava sempre. Ai piedi del Comer. La cima che nell’Alto Garda Bresciano domina come un soldato il confine con il Trentino Alto Adige. A pochi passi dalla fatata Val Vestino e a uno sputo dal Lago di Ledro. Tra mucche, tronchi d’albero e una vecchia villa, con foresteria annessa. Laddove i Conti Bettoni andavano a svernare.
Quando il pericoloso era pericoloso affrontava prima il Navazzo e poi, per raggiungere l’altopiano dei sogni, lui alice nel paese delle meraviglie, si inerpicava in boschi fitti, lungo pendenze al 15-16-17%. In un fitto di vegetazione dove nemmeno una lacrima di luce o sole poteva farsi strada.
Quando il pericoloso era pericoloso affrontava sui pedali le rampe più crude, con lo sguardo felice. Laddove gli altri soffrono e non capiscono il bello che c’è, perché ce ne di bello, cari miei, ecco egli proprio là si sente tornar bambino. Si ricorda del suo nonno e della lenta salita nella vecchia ritmo color oro. Lui e il suo nonno, in silenzio, o magari parlando. Fuori i trattori e le nuvole alte, rarefatte che conducono in luoghi che non ci sono.
Un po’ un sogno questo altopiano. Un po’ un dolce, dal sapore antico che ritrova oggi un ingrediente nuovo. Fatto di pedali e sudore. Emozioni e pensieri. Soli, come allora. Con la testa fra le nuvole. Di un cielo sopra Gargnano.

Totale distanza: 129 km
Dislivello: 2.408 m.
V/M: 22,89 km/h
Rpm: 78-164
Pendenza max: 17%