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Casco e piovasco.
Prima tappa seria (parlo di dislivello) di avvicinamento alla MdD ’10.
Lago di Garda, come l’anno scorso. La mia palestra ove ripetere, allo sfinimento, salite su salite.
E i numeri cominciano a girare.
Sveglia puntata su un orario umano, rispetto alle 4:30 della Novecolli di domenica scorsa: 6:45.
Colazione rapida, banana-crostata-biscotti (macine Mulino Bianco, abbracci Mulino Bianco, scusate la pubblicità più che occulta) -caffè. E via, pedale agganciato. E nubi ovunque. As alwalys this fuckin’ year.
Dopo mezzora già piove. Me ne sbatto altamente e tiro dritto per il mio programma. Ha sbagliato giornata, il meteo. Non io.
Primo Navazzo, che va via bene, liscio, gradevole. 7,5 km al 5,5% di pendenza media.
Secondo Navazzo, a simulare il Pordoi, allungandolo con la prima parte del Briano. 10 km, pendenza media del 6%, regolare regolare, piacevole piacevole. Qui, dopo appena un km vengo superato in tromba da un gruppo di ciclisti con ruote ad alto profilo che mi passano sogghignando. Ignari, loro, dell’inferno che scatenerò di lì a qualche migliaio di metri.
Tempo due tornanti, che faccio rigorosamente sui pedali, per far impedire l’accumulo di acido lattico nei muscoli, e li punto. Tampo 3 tornanti e li prendo. Tempo 4 tornanti, e, ad uno ad uno – sono 6 – li passo. Tutti. Pantani ad Oropa, dopo il salto di catena.
E, poco prima del bivio per Navazzo, duello in volata (guardati con sospetto dagli automobilisti e dai malgari abitanti) tra infanti alla soglia dei quarant’anni, con il più coriaceo di loro. Anche lui deve cadere sotto i colpi delle mie Neutron Ultra.
Primo. Li guardo, ripagandoli dello stesso sorrisetto ebete con cui mi avevano passato sulle prime rampe. Che bambino. Ma che soddisfazione.
Ci si sente dei grandi, inutile negarlo. Si fottano, loro e le loro Bora, rumorose, ma lente come cingoli.
Prosseguo per Briano, indi. A simular un Pordoi, di 10 k, seconda ascesa della Maratona, dopo il Campolongo.
E il Sella? Il Sella lo simulo con un bellissimo Muslone. 5 km, con strappetti al 12%.
E qui ripiove, anzi diluvia proprio. Rapido, ma copioso, fortunale che mi becco, rigorosamente tutto, e in discesa.
Segue un periodo di inter-regno: torno a casa o non torno a casa? Dai, fa minga il pirla che prendi una broncopolmonite.
La pioggia non molla.
Io nemmeno.
Attacco due Zuini di seguito. Breve salitella di 3,5 km con rampette severe al 10% qua e là.
Torna a far capolino il sole. Solo soletto, tra nubi ancor grigie. E cattive.
Decido che è ora di ben 2 nuovi Navazzi. Altre due salite di 7,5 km al 5, 5%, come detto.
Risultato: portentoso. 111 km totali, con ben 2523 m. di dislivello.
Datemi il Giau.
Totale distanza: 111 km
Dislivello: 2.523 m.
V/m: 20,88
Tempo: 5:23′
km salita: 46
Pendenza/M: 6%
Penenza max: 12%
Rmp/m: 78
Rmp max: 119
(fonte immagine: http://www.rapha.cc)