
Tag
Il Figo: Fabian Cancellara.
Se c’è una cosa che distingue Cancellara da tutti gli altri ciclisti e che lo rende unico è proprio il suo stile.
Il suo portamento, il suo modo di stare in bicicletta sono sempre assolutamente perfetti, inappuntabili. Anche quando ha due vertebre rotte e moltissimi tagli su braccia e gambe, avanza leggiadro, è un vero gentleman del pedale. Anzi, sembra paradossale ma lividi e cicatrici gli donano ancora più fascino. Come al gladiatore Russel Crowe le ferite dopo aver combattuto nell’arena del Circo Massimo.
Sembri la manifestazione dell’eleganza in sella, basta guardarti pedalare per rimanere ammaliati e avere l’istinto di correre subito in garage a prendere la bici per imitarti. Si dice tu riesca a rimanere perfettamente immacolato anche quando sei sporco di fango e grasso di catena.
Tutto è plastico nella tua postura: dal modo con cui siedi in sella, a quello con cui muovi le gambe, a quello con cui ti pieghi per afferrare la borraccia dall’ammiraglia.
Quando prendi un gel o una barretta sei come Humphrey Bogart nell’atto di accendersi una sigaretta. Una rivista inglese ti ha persino incluso tra i venticinque ciclisti “più fighi di sempre”. Gli amatori di mezzo mondo, prima di comprarsi una divisa, una maglia o un nuovo paio di occhiali, si chiedono sempre: “Cancellara li indosserebbe?”
(Da “Il carattere del ciclista” – Utet aprile 2016)
Bello o Figo?
Fabian Spartacus Cancellara, “la locomotiva di Berna”, è colui di fronte al quale le mattonelle del pavé della Parigi-Roubaix pare di abbassino. Scompaiono sotto il suo leggiadro quanto imperioso incedere.
Fabian ha ormai 35 anni, e quest’anno lascerà la carriera da professionista, per dedicarsi alla famiglia. Prima di farlo però ci ha regalato una magnifica vittoria alla Strade Bianche, la sua terza. E giura battaglia anche nella campagna del Nord, prossima a venire.
Ha già vinto 3 Parigi-Roubaix e 3 Giri delle Fiandre, centrando per ben 2 volte la doppietta (2010 e 2013). Per tacere del resto.
Per gli inglesi, Cancellara è uno dei ciclisti più stylish di sempre.
Ma il bello è che Fabian non è oggettivamente bello, anzi, le sue mascellone e la sua bocca vagamente storta non ne fanno esattamente un Brat Pitt della pedivella.
Il fatto è che è dannatamente figo.
Ora, quale è la differenza tra essere fighi e essere belli?
Difficile rispondere. Ma spesso basta guardare.
Il figo ha un’aura tutta sua, è affascinante a prescindere. Anche appena sceso dal letto con la barba sfatta e i capelli in disordine (anzi soprattutto con quelli!). Non perde mai il suo aplomb anche di fronte alle sventure più gravi. E Fabian, anche con due vertebre rotte al Tour dell’anno scorso, è arrivato al traguardo.
Il bello ha la faccia sempre sbarbata e diafana, quasi bambinesca, probabile vada dall’estetista. Il figo ha le cicatrici e i lineamenti scafati. Fabian ha entrambi.
Il bello sta nascosto nel gruppo e non ci mette mai la faccia, se no se la sporca. Il figo esce sempre, spavaldo, allo scoperto ed è pulito solo quando è sporco. E Fabian con il fango ci ha giocato una vita intera. Fin da quando era bambino e gli fecero trovare una bici da corsa in garage.
Il bello non è mai abbronzatissimo, è sempre un po’ etereo e lontano. Il figo è sempre color mogano, anche in pieno inverno. E Fabian anche con un tempo da lupi – quello delle classiche – sembra un tuffatore di Acapulco.
Signore e signori, ecco a voi, direttamente dal mio nuovo libro “il carattere del ciclista”, Fabian Cancellara, “Il figo”.
Per saperne di più sul nuovo libro “Il carattere del ciclista” (Utet, aprile 2016), vi rimando qui.
Se vi interessa invece leggere quello vecchio, “Ma chi te lo fa fare?” (Fabbri 2014), potete trovarlo ancora qui.