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Ciao, mi chiamo Eddy.
Una volta gli hanno chiesto: “Edouard, cosa è per te lo sport?”. Lui ha risposto serafico con una sola parola, un verbo all’infinito presente: “vincere”. Per Merckx vincere era un presente infinito. Un moto perpetuo.
Gareggiavi per arrivar primo sugli avversari, certo, ma primo anche e soprattutto sul destino. Non si sa mai che quello ti potesse tendere un tranello, un crudele sgambetto non calcolato. Ecco allora che le braccia oltre il traguardo, con un colpo di reni eroico, le dovevi portare prima tu. Fregarlo sul tempo.
I Beatles non sono durati che nove anni, Maradona poco di più. Eddy Merckx, il Merckx grande e cannibale, forse meno di dieci. Questo, il destino di una star.
Una volta hai detto che nel ciclismo ci sono tanti fattori che non possiamo controllare, ma ce n’è uno che invece possiamo controllare benissimo: noi stessi. Ecco tu quel fattore, te stesso, avevi deciso di giocartelo fino in fondo, da subito. Senza remore o preoccupazioni. Come una mano di poker un po’ azzardata, un “all in” già al primo turno, sicuro delle tue carte, senza bisogno di bluffare.
(da “Il carattere del ciclista” – Utet aprile 2016)
Eddy, Cannibale nostro, ha vinto la bellezza di 7, dico sette!, Milano – Sanremo. La Classicissima di Primavera che si corre domani.
A pensarci oggi fa quantomeno effetto. Difficile crederci, quasi impossibile. Ma c’è poco da fare, è successo davvero. Ve lo garantisco. Del resto, in carriera è arrivato primo la bellezza di 525 volte.
Ve l’immaginate Kittel che ne vince sette? O Sagan, o Cancellara, per tacere dei nostri?
Ecco lui ne ha vinte sette. Pensateci bene, spegnete tutto e concentratevi su questo numero. Sette.
Merckx lo ha fatto. Ha vinto la Milano-Sanremo un numero perfetto di volte. Oltre a tutto il resto. Niente di cui stupirsi, il ragazzetto del Brabante aveva scambiato il verbo gareggiare con vincere.
In omaggio alla Milano – Sanremo di domani (e, udite udite, finalmente pare sarà primavera!), ecco due righe due su Eddy da “Il carattere del ciclista”.
Quale era il carattere di Eddy nostro? Ingordo, che domande.
Per saperne di più sul nuovo libro “Il carattere del ciclista” (Utet, aprile 2016), vi rimando qui.
Se vi interessa invece leggere quello vecchio, “Ma chi te lo fa fare?” (Fabbri 2014), potete trovarlo ancora qui.