Un’occasione chiamata Lance.

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Cycling News. Il Sondaggio che non ti aspetti.
Il sito Cycling News, ha appena condotto un sondaggio via twitter tra i suoi lettori. Il tema: “Armstrong merita o no una riduzione della pena?”. I follower del magazine online avevano 24 ore di tempo per rispondere. Ne è venuto fuori, sorprendentemente, che secondo la maggioranza Lance Armstrong meriterebbe una riduzione della squalifica per doping. Squalifica che al momento, come richiesto nel 2012 dall’USADA, per il texano è a vita.
Il sondaggio per tutto l’arco delle 24 ore è rimasto in bilico, poi nel finale il colpo di scena. Una, seppur leggera, prevalenza per chi voleva dare un’ultima chance a Lance: su 3,548 votanti, 52% a favore della riduzione 48% contrario. Un risultato che fa riflettere. Sopratutto considerando che gli Americani non hanno solitamente pietà alcuna per chi mente. Vedi il caso Clinton – Lewinsky.

Così fan’ tutti.

Armstrong, da parte sua, ha sempre detto di sentirsi il capro espiatorio di tutto il sistema doping. E che sarebbe ora di togliere quel velo, una sorta di tendone da teatro faremmo meglio a dire, di ipocrisia dal ciclismo. Insomma, la solita storia del così facevan’ tutti (leggasi EPO), quindi inutile fare distinguo.
Lance lo ha appena ribadito in un’intervista  rilasciata al britannico Times. Intervista in cui dichiara provocatoriamente anche che “se oggi esistesse una sostanza equivalente all’EPO, tutti ne farebbero uso”. In poche parole quindi, secondo lui nulla, nella mentalità del ciclismo professionistico, sarebbe cambiato. Al di là delle dichiarazioni di facciata. Non solo, ma il texano si spinge a generalizzare: doping, cinismo e corruzione sono endemiche in ogni sport professionistico. Non solo nel ciclismo. E che la favola di soltanto lui cattivone che impone ai compagni di doparsi o son fuori (favola ben raccontata nel film The Program) è completamente avulsa dalla realtà.

Credergli o non credergli? Questo non è il problema. 
Credergli o non credergli ormai credo cambi poco le cose. La sensazione è però che il nostro abbia avuto occasione di riflettere a lungo, e a freddo, sulle sue malefatte. Più di quanto non avesse fatto finora. E forse più di quanto non abbia mai fatto finora nessun altro personaggio sportivo.
È come se Lance avesse elaborato qualcosa e non sapesse bene come e a chi dirlo. La sensazione, leggendo l’intervista al Times, è palpabile.
Ad esempio quando dice che la famosa ammissione fatta in tv durante il programma di Oprah Winfrey nel 2013 è arrivata troppo presto. Quando tutto era appena successo, lui era sotto pressione, confuso e spiazzato e cercava solo un modo per uscirne al più presto. Un modo molto americano, per altro, quindi sensazionalista. In perfetta linea con il personaggio, rigorosamente incauto. Nulla nella vita di Lance è mai stato cauto o pacato.
E se cominciasse ad esserlo oggi?
Forse farebbe diversamente, direbbe altre cose. Ma l’occasione sembra non esserci più. O, per lo meno, sembra non esserci più chi ha voglia di stare ancora ad ascoltarlo. Peccato.

Restituire il maltolto – ultima chiamata.
Ecco allora che il sondaggio di cycling news ci offre un piccolo segnale interessante.
Da quel che ha fatto, Lance non può più riemergere pulito. Su questo non ci piove. Ma una volta preso atto di ciò, qualcosa può ancora fare. Potrebbe, ad esempio, essere utile al ciclismo e all’idea stessa di sport in senso lato. Come? Aiutandoci, lui che meglio di chiunque altro lo sa, a capire fino a dove l’attività fisica è sana e da quando invece diventa malata. Dove si annida il germe, da che punto inizia a propagarsi la malattia, e come evitare che casi come il suo si ripetano. In una parola, essere un esempio (per quanto in negativo): guardate cosa ho combinato, voi che potete fermatevi prima  Come fece George Best per il calcio, dal suo letto di ospedale. Meglio tardi che mai, per restituire qualcosa.
Forse è come pensare di curare un cancro già in metastasi. O forse no. In ogni caso, anche da questo punto di vista, chi meglio di Lance sa come si fa? E soprattutto, cosa ci sarebbe da perdere ancora?
Le recenti novità emerse sul possibile doping di stato in Russia o su quello nell’atletica leggera italiana, mi sembra che lo chiedano. Urgentemente. Perché allora non lasciare un’ultima possibilità proprio a Lance Armstrong?