Bergamo in Giro


Il Rivale Gentile
Oggi il Giro d’Italia è transitato finalmente, dopo anni, dal paese natale di Felice Gimondi, Sedrina. Un paese che è sceso in strada ad aspettare il suo campione, il suo uomo d’oro, il suo idolo e padre putativo. Non c’è cicloamatore che non abiti in questa zona che non abbia amato – anche fuori tempo massimo, come il sottoscritto, nato quando Gimondi stava chiudendo la sua carriera – questo ciclista discreto ma fortissimo. Gimondi era la forza gentile che con caparbietà fu costretto a lottare contro il più forte di tutti i tempi, Eddy Merckx. Il Maradona del ciclismo.
Ho imparato a conoscere e ad ammirare questo atleta con il tempo, percorrendo le sue stesse strade e scoprendone i segreti. Alcuni me li ha svelati lui stesso, come racconto nel breve estratto dal mio ultimo libro Itinierario Felice: da Bergamo a Brescia lungo le strade di Gimondi (Enrico Damiani Editore) che segue. Altri li ho scovati da solo, sbagliando strada, prendendo una deviazione che nella mia traccia non era segnalata, andando – come appare sulla schermata del Garmin quando esci dal percorso – “Fuori rotta”. Ecco compiendo questi piccoli grandi errori ho scoperto le zone più belle di questa terra tra le Orobie, i laghi e la pianura Padana.
Giovedì scorso, in occasione della tappa che sarebbe arrivata proprio lì, sono stato a presentare il libro a Bergamo. A farmi compagnia c’era Norma, la figlia di Felice. In una libreria tappezzata di rosa e trepidante per l’attesa della corsa, Norma ha raccontato di quando, a inizio anni Duemila, Eddy Merckx venne invitato da suo padre a partecipare alla Granfondo Felice Gimondi. Papà Felice dopo l’iniziale entusiasmo per l’invito accettato dall’amico – rivale, un giorno, con aria preoccupata, rivelò al bar: “Ma lo sapete che l’Eddy si sta allenando? Adesso mi tocca allenarmi anche a me!”. E così il giorno della gara, con il numero sulla schiena, i due si ritrovarono come quaranta anni prima: rivali senza scuse. Se le diedero di santa ragione, fino al traguardo: chi vinse nessuno lo sa, ma direi che è assolutamente secondario.
Tutto invece finì in festa, come sempre: Merckx e Gimondi erano diventati amici da quando avevano smesso, le mogli, le serate, le vacanze trascorse assieme, fino a quando Gimondi scomparve (stavolta per primo) nell’agosto del 2019 nel mare della Sicilia.
Per quei chilometri di quella granfondo, ci possiamo scommettere, si odiarono e si guardarono in cagnesco come avessero vent’anni. Quello che segue è quindi un piccolo omaggio alla storia di una delle più belle rivalità che lo sport abbia mai conosciuto, quella Merckx – Gimondi, nel giorno dell’arrivo di tappa a Bergamo. Tanti anni dopo l’ultima maglia rosa conquistata da Felice.
Buona lettura.
Parentesi: bellissimo finale a tre oggi tra Frigo (terzo), che sento fraterno per la paura delle discese, McNulty (primo) e Healy (secondo). Meno male che c’erano loro. Per la generale poco niente da segnalare.

Valcava – Selvino – Roncola
Parlammo a lungo, in quell’occasione, dei suoi epici duelli con “l’Eddy”, come lo chiamava lui con una carezza d’affetto del tutto speciale. Gli chiesi dei suoi percorsi preferiti in zona,      giusto per avere qualche spunto.      E lui non si tirò indietro. La Valcava – mi disse, per      esempio – falla salendo da Bedulita che è più bella e meno dura dell’altro versante; e dopo il Selvino vai assolutamente in val Taleggio. Non te ne pentirai. Ah, e non dimenticarti il lago d’Iseo, quello di Idro e poi, ovviamente, il Garda e il suo entroterra bresciano.
Mi raccontò a sazietà della sua maglia gialla, della sua storica squadra, fondata dai due fratelli Salvarani, titolari di un’azienda di cucine originaria di Parma.
Ma ogni volta si capiva che il campione lì voleva tornare. A Sedrina, il suo piccolo paese natale. E alla sua val Brembana, dove scorre forte ma gentile il Brembo, il fiume che sin da ragazzino lo aveva cullato nei suoi sogni mentre consegnava lettere per la mamma postina. Anche noi, oggi, cominceremo da Sedrina, adagiata ai piedi delle Prealpi Orobie e immersa nel verde. Anche perché, particolare non secondario, nel 2023, a maggio, il Giro d’Italia renderà omaggio a Felice Gimondi passando proprio da qui. La Corsa Rosa risalirà la val Brembana in occasione della quindicesima tappa: la Seregno–Bergamo di 191 chilometri. Già definita dai media “tappa di montagna in città”, proprio per il fatto che i corridori transiteranno due volte da Bergamo centro      prima di arrampicarsi per salite arcigne e impegnative, quali appunto la Valcava e il Selvino, che incontreremo a breve.

Non faccio il turista!
Finisco la brioche, mando giù un secondo caffè, faccio un cenno a Daniele. È ora di montare in sella. Salutiamo il proprietario hypster di Bike Fellas, agganciamo i pedali e iniziamo a far girare la nostra gamba verso la valle bagnata dalle acque del Brembo.
Lesti attraversiamo le vie di una città ancora addormentata. Pedaliamo verso nord, passando davanti al Gewiss Stadium, il palcoscenico dell’Atalanta: una volta una semplice provinciale che faceva la spola tra S     erie A e S     erie B, da qualche anno in pianta stabile nell’Europa che conta. Dalla casa dei nerazzurri seguiamo le indicazioni per la Greenway del Morla e del Quisa. E “G     reenway” scopriamo ben presto essere davvero il nome più adatto per definite questa ciclovia che in nemmeno cinquanta chilometri porta al cospetto del passo San Marco, risalendo il corso del Brembo.

Passiamo sotto le mura imponenti della città alta: viste da qui, a quest’ora del mattino, con il sole che sorge, sono un vero spettacolo. Eppure quando chiesi a Gimondi se lo spettacolo delle sue strade, almeno, quando si allenava, lo “vedesse” davvero, se – insomma – si      accorgesse di questa bellezza, be’, la risposta fu disarmante: «No, ero impegnato a lavorare. Mica a fare il turista» (…)

La Bergamasca, con tutte le sue infinite insenature e salite, generosa di anfratti liberi dal traffico e colmi di rara natura selvaggia, è lo sciogli-gambe perfetto per le grandi salite. Quelle che per farle devi aspettare giugno o luglio, quando aprono i valichi, liberati dalle nevi. E che poi vengono chiuse nuovamente a ottobre, quasi si trattasse di un incantesimo che dura solo qualche settimana e che ogni ciclista ha imparato ad amare (…)

Tra il Brembo e il futuro
Ci godiamo un foliage che fa invidia ai boschi del Canada, una giornata tersa e frizzante con le cime innevate, come raramente se ne vedono. Quando è così, da queste parti, per pedalare è quasi più bello l’autunno che la primavera o l’estate.
Probabilmente Felice lo sapeva bene e, anche se nel fare e rifare quelle strade allo sfinimento aveva già la testa alle Alpi, le amava.
Per riscoprire i suoi luoghi, le sue vecchie provinciali, quelle dove si era allenato tutta una vita, aveva dovuto ritornarci ormai in pensione, con la bici da gara “appesa al chiodo”. E rifarsi bimbo, pedalando con un’altra più comoda e, negli ultimi anni, con una a pedalata assistita. Ma non aveva mai smesso di girovagare, come faremo anche io e Daniele da oggi, lungo quegli itinerari speciali.

Il nostro viaggio sarà come la DeLorean di Ritorno al futuro, un modo per andare avanti e indietro negli anni, a nostro piacimento. Riscoprendo la carriera di Gimondi sulle sue strade, ma anche aprendola al futuro. E il futuro, soprattutto da queste parti, sarà sempre più ciclabile(…)

Scopri Itinerario Felice: da Bergamo a Brescia lungo le strade di Gimondi