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Ulissi? Generoso come Moser.

FRANCESCO MOSER
Diamo i caratteri al Giro d’Italia 2016.
Dopo Vincenzo Nibali, scopriamo i caratteri dei ciclisti al Giro d’Italia 2016.
Perché solo la fatica, come detto, aiuta davvero a capire chi siamo.
Grande prova ieri di Diego Ulissi. Il livornese della Lampare Merida, ha fatto il vuoto a 8 km dal traguardo. Aggiudicandosi una tappa complessa con un arrivo in solitario, dove ci si aspettava una volata. Una vittoria nata, a mio avviso, soprattutto da una caratteristica precisa. La voglia di fare un po’ di più di quello che ti viene chiesto.
Qualcosa che spesso manca nel ciclismo contemporaneo, soprattutto da parte dei corridori più giovani. La voglia di regalarsi e di regalare, di gettare il cuore oltre le tabelle e fare una sorpresa a chi magari è al traguardo ad aspettarti. Ieri è capitato.
Ancora una volta la fatica, quella maledetta, ci ha aiutato a mettere in luce il carattere di u ciclista. Diego Ulissi.
Un carattere che mi ha ricordato, seppure con le dovute proporzioni, quello di un grande del nostro ciclismo. Un trentino ruspante, con gli occhi sempre vivi come due tizzoni ardenti. Uno che appena lo nomini, alla gente puoi vedere il cuore gonfiarsi ancora. Francesco Moser, il generoso.
Dici “Francesco Moser” e alle persone vedi illuminarsi gli occhi. Come fossi un tizzone ardente capace di scaldare anche gli animi più tiepidi. La gente ti vuole bene, farebbe follie per te. Corre voce che arriveranno in tantissimi qui, qualcuno ha persino già scritto fuori dal ristorante “Chiuso per Città del Messico”. Dovevate venire a marzo, avete anticipato a gennaio, sei troppo in forma, inutile aspettare. Bruci le tappe, scalpiti.
Il cittì della nazionale italiana di calcio campione del Mondo, Enzo Bearzot, ha fatto sapere che non si perderà l’evento per nessuna ragione. È qui per ispezionare gli impianti sportivi, poiché tra due anni, nel 1986, ci saranno i Mondiali in Messico, dove l’Italia campione in carica avrà gli occhi di tutti puntati addosso. Enzo dice che ti stima, perché sei diverso da tutti gli altri ciclisti, hai qualcosa in più che ti rende speciale, la tua generosità. Non ti risparmi mai, vuoi sempre regalare emozioni. È questo il tuo bello.
Tanto amore raramente si era visto per un ciclista italiano, forse bisogna risalire proprio ai tempi di Coppi. E tu te lo sei guadagnato sul campo, senza sconti, senza calcoli. Non tanto per le vittorie – per altro bellissime –, quanto per il modo di ottenerle, cercando sempre di offrire qualcosa in più. Una sorta di ingrediente segreto. La scintilla speciale che fa scoccare l’emozione, la magia che scalda i cuori e accende gli animi. Un po’ come fa Bruce Springsteen, rockstar che durante i suoi concerti, riesce a suonare anche più di tre ore. Finché non è sicuro al mille per mille che i suoi fan si siano emozionati a dovere e crollino esausti dopo tutta l’adrenalina accumulata durante lo spettacolo.
Non puoi deludere, non esiste che i tuoi tifosi restino con l’amaro in bocca, o tornino a casa insoddisfatti, soprattutto se vengono da lontano. Devi regalarti sempre.
È come se non sopportassi l’idea di fare lo stretto necessario. Il compitino.
“Stare acquattato in gruppo per poi vincere in volata? Vade retro!”
(Da “Francesco Moser: il generoso” – “Il Carattere del ciclista” Utet 2016)
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