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Storia di un passamontagna.
Domani si corre la Liegi-Bastogne-Liegi, anche detta la “doyenne”, la decana, perché appunto la più antica tra le classiche.
Dal mio ultimo libro, ecco il ritratto di un uomo che la corse a modo suo, con un buffo passamontagna rosso Babbo Natale in testa, una cerata da pescatore indosso e un paio di guanti che nemmeno io quando sciavo da bambino.
Signore e signori, ecco a voi il capitano Acab del ciclismo, l’uomo che più che un ciclista sembrava un lupo di mare, uscito fuori da una tempesta al largo della Bretagna. Signore e signori, ecco Bernard – “Il tasso” – Hinault. L’uomo che vinse la più incredibile delle Liegi – Bastogne – Liegi. Ecco a voi la storia:
Soffia un blizzard siberiano da tirare su il bavero anche quando si è chiusi in casa davanti alla stufa. Di uscire proprio non se ne parla, men che meno nel tuo albergo.
Gli indugi ovviamente li rompi tu: “Beh, io vado, chi viene?”. La corsa non è stata annullata, le ammiraglie sono già pronte a partire, mancate solo voi corridori.
Per proteggerti dal freddo, ti sei infilato una tela cerata tipo quelle dei pescatori, in testa invece hai un curioso passamontagna di lana, di un color rosso natalizio. Così conciato sembri tutto fuorché un ciclista.
Alla partenza siete in tutto 174, dopo un’ora di gara non siete che 60 e barcollate nella tempesa di neve.
Tu però procedi con un incedere imperturbabile. Sei sicuro e devastante, quasi fossi in una bolla di sapone tutta tua, atermica e impermeabile.
Imponi a tutti un ritmo che progredisce di chilometro in chilometro, e che difficilmente gli altri potranno tenere. E infatti, minuto dopo minuto, chi non si ritira viene piegato in due dalla tua forza. Gli altri concorrenti smettono persino di guardarti, li demoralizzeresti, così fissano solo la strada, o quel poco che la tempesta ha lasciato libero. Sembra di stare in un girone dantesco.
Per te, invece, è quasi una festa. È come se non nevicasse, non ci fossero ghiaccio e pozze d’acqua a bordo strada, o bocche fumanti ovunque ti volti. Niente di tutto questo. Tu vedi completamente un altro film. Mentre gli altri hanno occhi stralunati, tu li hai fissi e scintillanti. Quelli della tigre che azzanna la preda. Guardi davanti a te imperterrito, e pedali. Pedali e artigli l’asfalto con aria di sfida (…).
(Da “Bernard Hinault: il coriaceo” – “Il carattere del ciclista” – Utet aprile 2016)
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