Chiacchiere pericolose.

Quella volta che mi intervistarono gli amici di bicilive sul mio primo libro, “Ma chi te lo fa fare?” (Fabbri – 2014), era fine aprile. Quel periodo in cui si torna a pedalare e le grandi classiche si fanno largo tra le foglie secche e i rami degli alberi che tornano a fiorire. Uno dei momenti più belli in assoluto per un ciclista. Che alla fine è come un fiore, torna a sbocciare a primavera. Felice e pieno di entusiasmo. Ecco, il nuovo libro, “Il carattere del ciclista” uscirà proprio in quel fantastico periodo. E non posso che esserne contento, come l’altra volta ci sarà appena stata la Paris-Roubaix, che tanta parte ha nel nuovo libro. Un parte fatta di storie epiche e cadute clamorose, fango, pioggia e tubolari forati sul più bello.
Nel frattempo, però, accresco l’attesa per la nuova pubblicazione, riproponendovi questa chiacchierata di ben due anni fa. L’avevo tenuta in frigo, anzi in freezer, perché si conservasse meglio. Non mi piaceva ostentare il mio ego, non è nel mio carattere, e poi forse, appena fatta, non avevo ben capito che era stata così importante.

Lo faccio quindi oggi, in colpevole ritardo. Ma mica per niente. Perché credo sia stata una delle interviste più belle che mi siano mai state fatte. Avevo appena finito di scrivere il mio primo libro sul ciclismo. Lo avevo presentato da Upcycle Bike Café a Milano, assieme a Francesco Moser e Tito Boeri, forse mi ero anche un po’ montato la testa, magari avevo bevuto qualche birra di troppo. E il giorno dopo, Matteo Cappè, il responsabile di bicilive, portale per il quale scrivo tutt’ora, mi ha proposto l’intervista. Ho accettato subito.

Mi è capitato di riguardarla di recente, per puro caso. E oggi mi piace ancora di più. Perché credo che metta bene in luce tutti i motivi per cui scrivo di ciclismo. Quasi fosse un bisogno impellente, un’urgenza interiore che non si può rimandare. Spiegare, dire perché, provare a raccontare come questo sport, da praticante come da appassionato, ti abbia cambiato la vita. Forse perché non è, dopotutto, solo uno sport. Ma qualcosa di più.

Così, in attesa dell’uscita del nuovo libro, mi piace ripartire da qui, da queste quattro chiacchiere pericolose. C’è dentro tutto quello che penso del ciclismo e che è alla base del nuovo libro.
Enjoy.

PICCOLE DRITTE PERICOLOSE:

Per saperne di più sul nuovo libro “Il carattere del ciclista” (Utet, aprile 2016), vi rimando qui.

Se vi interessa invece leggere quello vecchio, “Ma chi te lo fa fare?” (Fabbri 2014), potete trovarlo ancora qui.

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