Sempre caro mi fu quest’ermo Colle.

 

Il Colle da Oggiono. Per quelli che il 18%.

Il Colle da Oggiono. Per quelli che il 18%.

Sabato c’era in programma la Valcava, con partenza alle 7:30.
Mi sveglio agitato. Ho dormito male e poco. Vado alla finestra. Fantastiche nubi grigie si spupazzano il cielo milanese. Cazzo.
Nicko 67 rincara via telefono: sul valico di Valcava (1.340 m. s.l.m.) c’è un temporale da telefilm americano. Tuoni e saette come se piovesse. E piove. Anzi, diluvia. Doppio, triplo cazzo. Come direbbe Dick Dastardly. 
Sono in bagno, con gli short e la maglia traforata indosso. Con sguardo ebete, sto sgranocchiando una crostatina Mulino Falso sulla tazza del cesso. La famiglia giace saggiamente addormentata. Mi sento un idiota.  
Chisenefotte. Ormai siamo in ballo, dunque, balliamo.
Si parte, io e Nicko, in direzione “Via dal temporale”. Temporale infatti che appena usciti da Milano, vediamo seguire  fantozzianamente, pur senza bagnarci, la direzione delle nostre possibili mete. Prima è sul Resegone, poi su Lecco, dunque verso Como. Noi puntiamo allora sul Colle. E chi s’è visto s’è visto.
Nasce così un’uscita bella, inaspettata e proficua. Alla scoperta del Colle che non t’aspetti. O, almeno, che io, non m’aspetto.
Ovverosia quello del suo versante a me ancora sconosciuto. Quello verso Oggiono, Dolzago, Galbiate. Tra il Monte Barro e il Lago di Annone.
Molto più selvaggio e per lunghi tratti disabitato di quello del versante a me più conosciuto. Solo bosco e asfalto, fradicio d’acqua. Ed ecco la prima asperità vera: il famigerato “Muro dell’Alpino”. Breve strappo con punte del 18%. Tanto per non rimpiangere troppo l’altrettanto famigerato km 7,5 che da Torre de’ Busi porta al Valico di Valcava. Chi vuole osare, legga attentamente le avvertenze qui
Vado su bene, sui pedali. Ogni tanto la ruota posteriore slitta un po’ sul fondo bagnato. Ma è un’inezia. Mi sento bene. Qualche goccia ci accompagna ancora. Ma il sole sta facendo capolino dietro le insormontabili nubi lombarde. 
Ed ecco che ci ri-nfiliamo nella provinciale che da Galbiate sale verso il Colle, all’altezza credo di Ello. Lo strappo duro è finito, la strada riprende con pendenze assolutamente umane. E arrivo alla rotonda del Colle, quella che normalmente raggiungo da Castello. Indi, picchiata verso Santa Maria Hoè. E poi a destra per Rovagnate-Perego e dunque Lissolo. Altra danza con pendenze over 15%. 
Non paghi, ci facciamo anche di Sirtori a dovere. Versante nuovo: dalla Bevera
Uscita con rapporti duretti. Per testare la potenza e sfruttare al massimo il dislivello, poco, a disposizione in vista della 3 Laghi di domenica prossima. 
Rientro a casa, as usual, lancia in resta, sui 40/h con punte di 50/h. Pochi ciclisti in giro: è sabato e il tempo è instabile. 
Breve sosta all’autolavaggio di Cologno Monzese, su preciso ordine del mentore del dislivello, alias Nicko 67, e bici che torna come nuova. Anzi: mai vista la catena e il pacco pignoni scintillare come zanne di una tigre nel buio. La belva è pronta. La prima Gf di stagione chiama. 

Totale distanza percorsa: 112,6 km.
Dislivello: 1000  m. 
Tempo: 4:31′
Dove: Milano -Monticello -Sirtori – Muro dell’Alpino -Colle – Lissolo – Sirtori – Milano.