I’m going wild.

 

Garda, dolce Garda.

Garda, dolce Garda.

Ho voglia di selvaggezza. Ho voglia di salite. Il Lago di Garda mi attende. 
Ne ho bisogno fisico, dopo una settimana passata al chiuso. Sognando l’asfalto e gli alberi che ti filano a fianco. 
Ho voglia di caracollarmi lungo la costa e i blandi saliscendi. Ho voglia di vedere il lago dall’alto, con le barche a vela, gli spinnaker, le canoe e anche il battello. Come solo il Lago di Garda sa fare. Ho voglia di vedere la Valvestino. Un’area wilderness, percorsa da una sola strada, e il suo bacino artificiale con la diga. Ho voglia di sentire il rumore del vento tra i rami e le foglie. Ho voglia di incontrare quelle squadre che si allenano lì, con l’ammiraglia a seguito e di unirmi a loro. Chissà se gli sto dietro.
Ho voglia di riempire la borraccia con l’acqua della fonte di Navazzo. Ho voglia di vedere i trattori fermi la domenica a bordo strada. Ho voglia di quei campi verdi tra gli ulivi come solo lì si vedono. Ho voglia di sentire il rumore della catena che passa da 50 al 34. Ho voglia di salire, alzarmi sui pedali senza auto intorno. Guardando a fianco, riempiendomi i polmoni. Questa è la bdc, baby. Chi non ce l’ha, rosica.