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Sölden Fairy Tail – Prologue
Buongiorno e ben sintonizzati.
Radio ciclistapericoloso torna a trasmettere. Lunghezza d’onda: endorfine spinte.
Sì, ho fatto l’Ötztaler Radmarathon. Dopo vari tentativi andati a vuoto, finalmente il “traum” si è avverato.
L’impresa è andata in porto, la scarica di adrenalina pronta a caricare l’autunno.
Avete presente un elettroshock? Mi auguro di no.
Però credo che la faccenda sia più o meno quella.
Ora, siccome raccontare la gragnola di emozioni che hanno fatto parte di quel giorno è quantomeno complicato, per non dire impossibile, ho deciso di farlo a puntate. O, meglio, a suggestioni.
Piccole schegge di momenti indimenticabili che mi piace mettere nero su bianco qui, in uno spazio forse più intimo e diretto rispetto alle pagine di un libro.
Come mi vengono, io ve le dò in pasto. Senza troppi peli sulla lingua.
Così, tutti quelli di voi che in queste settimane “adesso un altro libro”, potranno essere per il momento ripagati. Non potete capire quanto mi faccia felice ricevere questo genere di incitamenti. Continuate così.
Sì, avete ragione, ci vorrebbe un secondo libro per parlare della mia Ötztaler. Un bel tomo proustiano di 400 pagine come minimo. Uno stream of consciouness pinflyodiano senza sosta, di quelli da mandare in ipnosi per ore e ore. Tutto d’un fiato.
Un viaggio che va dalle mucche del Kühtai al tunnel del Timmesjoch. 10 ore e 33 minuti. Questo il tempo che ho impiegato a portare a termine l’impresa. Ecco, in queste 10 ore e 33 minuti ci sta dentro un bel pezzo della mia vita e, soprattutto, delle cose che ho da raccontarvi qui.
Vi basti sapere, per ora, che questa gara è stata per me un lungo viaggio dentro me stesso. Meglio di un’analisi sul lettino dello psicanalista. Credo sia un po’ così per tutti quelli che la fanno o l’hanno fatta. In fondo, è questo il “Ma chi te lo fa fare”. La brama di ricerca, la voglia di mettersi in discussione e provare a capirsi un po’ meglio.
Un viaggio avventuroso di quelli che si parte senza sapere se e dove si arriva e che quando poi si arriva non si è più la persona che è partita. Puro e semplice.
Anche perché, se ci pensate bene, il viaggio questo e non altro deve sempre essere.
Dunque, bando alle ciance, qui come instant-press troverete le puntate di Sölden Fariy Tail.
Il mio personale racconto di un giorno nella mia vita, domenica 30 agosto.
Ci tenevo a dirvelo. Tutto qui.
Questo il prologo. Domani il primo episodio.
(photo credits: Sportgraph)