Quelli che il Rancio.

Anime vendute al dislivello.

Pian del Rancio in realà non è la vetta. Il GPM è infatti posto al Monte San Primo. Poco più in sù.
In poche parole, una salita splendida. Per intensità, difficoltà, lunghezza, paesaggio.
Ma state a sentire. Ne narrerò l’incanto e le gesta dei suo eroi.
Siamo nel cuore – anzi è proprio “Il” cuore – del Triangolo Lariano. Tra Bellagio, Erba e Como, per intenderci.
La giornata è splendida. Calda, propizia, più del previsto.
S’esce in gambali e maglia lunga, si torna praticamente in mutande.
E’ una compagnia inedita, quella che s’accompagna, talvolta ciondolante, tal’altra cattiva e spietata, per allunghi improvvisi e spezza gambe.
La guidano i polpacci di Carlo. Mastino del Lario, con la 9 colli nel sangue. La seguono un drappello d’uomini poco di buono.
A far d’alfieri, il Cérveluto Mariolino, anche detto “Il trarantola” o Pitone del Gratosoglio, Nicko 67, un nome un’autobus, Memo (non Remigi, per gli amici), Nico II, altro nome altro autobus, Caludio, o’ Gelataio, Giuanìn, così detto perché il più piccolo all’anagrafe dell’allegra brigata. Il sottoscritto s’accontenta – in attesa di sparare il colpo, ben caldo in canna – del gregariato, nel retrobottega.
A Valbrona si aggiungono due loschi nuovi figuri. Di cui d’uno – “Taglia 78” – s’apprezza già la silhouette da piccolo Armstrong del comasco. Agile agile, 29 e sempre 29, incollato all’asfalto, come una folletto su ogni salita.
Mai si era stati così folti e variegati. Mai stati così belli.
Brandelli di vita strappati al dislivello.
Si scherza come ci si conoscesse da sempre. Con molti ci si conosce in quel momento.
Si va via lisci. Fino alle prime inclinazioni del bitume. Quelle che da Erba salgon verso Canzo, Asso, passando da Eupilio e il magnifico, incantato, lago di Segrino. Lì i pazzi si mettono inspiegabilmente a menare. E il ritmo si fa serio. Decido di non badar troppo alla forma, ingrano già il 34 e vado del mio passo, incurante di chi mi sta davanti: di lì a poco ci attende una signora salita. Il motivo della gita. Il piatto forte del raduno rock. Il famigerato “Superghisallo”. Il Monte San Primo. 1126 m. sul livello del mare. Da Bellagio. 12 km, pendenza media 7%, massima 14%. Ad Asso, si piega a destra per Valbrona, quindi toboga d’asfalto fino a Onno. Lungolago, e si guadagna Bellagio. Il sole bacia i belli.
Le prime rampe proverbiali, sono quelle in comune con il Ghisallo. Fino a Guello, una mattanza over 10%. Cuori forti, pedivelle salde.
Qualcuno ha sparato troppo prima, e ora va in affanno. Qualcuno, il mastino del Lario in primis, sembra non aver pace e mena che è un piacere. Io sto a metà. Annuso e cerco di capire.
Prima di Guello, trovo il mio passo, e agguanto la regolarità che cercavo. Al bivio per Piano Rancio mi sento bene e allungo. Che Pantani sia con me.
Siamo in tre, appaiati, e andiam via bene. Agili. Gli altri si sfilacciano. Metri su metri di dislivello nel bosco incantato. Magnifica foresta di conifere, con qualche casa dimenticata da streghe degne dei fratelli Grimm. Zero rumori, 11 pignoni. Che ruminano asfalto e fatica. I denti scorrono via lisci, uno a uno: arrivo a ingranare il 26 e decido di tenere la frequenza di pedalata alta. I tornanti si assottigliano. M’alzo sui pedali, li prendo larghi. In tre ci si scambia qualche sguardo. Poi via fino alla vetta, poco dopo il bivio di Piano Rancio. Gli utlimi 2 km, con tratti al 13%, si fanno sentire poco. Mi sento bene. Guadagno il gpm primo. 55’. Non male. Sgancio il pedale, e assieme agli atri due, aspettiamo il resto della truppa. Che giunge, bellissima, a mini-drappelli. Il sorriso mitiga la fatica. S’entra in baita, tra qualche centimetro di neve, caduta i giorni scorsi. Caffè – nero e bollente – per tutti.
Negli occhi, la felicità bambinesca e inspiegabile di chi ha fatto il San Primo.

PS: tragica, personale, appendìce finale con i primi 2 km al 13% della salita per l’Alpe Oneda, dove in una casupola, a metà strada, m’attende trepidante la famigliola per un imprevisto (quanto graditissimo) barbeque a base di salsicce, barbera e tomini. Rancio guadagnato.

Totale distanza: 98 km
Dislivello: 1.710
Velocità/m: 23/h.
Tempo d’ascesa a San Primo: 55’:08”