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Un cuore in inverno.
Settimana di gioiosa prigione per il ciclistapericoloso. Due sessioni notturne di rulli, in cantina, tra bottiglie di Barbera e Dolcetto d’Alba e vecchi passeggini dimenticati. I sotterranei del mio subconscio autistico. Il mio “Fight club” privato, vista tubi e condutture. La camera d’aria ove mi ritiro a ingrassare la catena e a menare sui pedali. Solo una lampadina con filo a vista e la bellezza di 3 biciclette incastonate negli interstizi più nascosti. Il rock n’ roll si suona in cantina. Dove hanno iniziato Jagger e soci?
La sera, dalle dieci alle undici, bimbi addormentati, si suda e si sbuffa nei sotterranei pericolosi. Nelle catacombe della Milano che non dorme. La palestra virtuale del ciclista pericoloso batte forte, tutta anima e cuore.
Eppur’ tuttavia, la settimana andata non ha portato con sé solo follia indoor, ma anche aria aperta, rigori invernali, bitume maltrattato, dal ghiaccio e dalla neve. E’ la stagione più brutta questa per la pedivella che è in noi: quella in cui l’inverno lascia vedere le ferite più profonde del suo corso. Il Generale è prodigo si subdole trappole per i ciclisti che osano affrontarlo: buche, brecciolino, terra, piste da pattinaggio fuori loco, geloni. Ma sa anche dispensare emozioni ricompensatorie a chi ha l’ardire di confrontarcisi: sole imprevisto, quando il meteo dà invece neve (leggi domenica), un filare di pioppi baciato da lame di luce arancio e viola; il fumo da camini diroccati delle briciole di case sul Naviglio; l’aria pulita, frizzante, a suo modo maestosa.
Questo e altro è, in inverno, un’uscita su strada di 80 km, non di più.
Rientro con allunghi e il 50 che comincia a farsi rivedere ad alta frequenza. Buone sensazioni, finale provando a forzare ritmo, rpm e pignoni. Non ancora come ai vecchi tempi dei rientri a tuono dalla Brianza, ma comunque ad alta velocità per la stagione.
Il mercoledì di festa, aveva invece regalato una bellissima corsa a piedi di 1:07′ nel parco addormentato, tra querce e castagni. Nel cuore cittadino. Central Park virtuale a Porta Venezia.
Fiato, sudore, fatica, gioia. Una pedivella in inverno.
Uscite su strada: 1; 80 km (pianura)
Rulli: 2 ore
Corsa a piedi: 1:07′