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La terza vita del bambino Lance.
Cosa significa essere ubriachi d’amore per il proprio sport?
Semplice: andare in tilt, fare follie, cose che mai avresti pensato di fare un giorno e che invece fai. Ma anche tornare bambini, scherzare, giocare.
Questa terza vita, o “seconda” seconda vita, che dir si voglia, ci sta restituendo un Armstrong nel suo pieno fulgore di amatore. Nel senso letterale del termine: un uomo ubriaco d’amore per il proprio sport. La bicicletta da corsa. Con tutta la gioia, la passione e la dimensione ludica che la cosa comporta. Come me. Come voi.
Non più uno yankee sbruffone. Non più Arnold Shwarzenegger. No, signori: semplicemente Lance Armstrong, l’amatore. In carne e passione.
Da domani sarà online il sito del team Radioshack, la sua nuova squadra. Quello lassopra il gustoso minispot, oggi circolante via twitter , che lo lancia.
Guardateli. Sembrano ragazzi con tanta voglia di “giocare”. Una comitiva di bambinoni in gita scolastica perenne. Il piacere che surclassa la prestazione. La voglia di divertirsi prima di quella di primeggiare. Il bambino prima del professionista. Vivaddio.
Mi sbaglierò, sarò ingenuo, prenderò un granchio tremendo, ma a me questo “terzo” Lance mi piace da matti. Di più: lo sento fraterno, in questo suo magmatico fare, lanciare nuovi progetti, gioire. Un amatore conosciuto su un passo, un concorrente con cui ho chiacchierato alla Maratona, un pazzo che si fa i rulli in cantina, dopo aver messo a letto i bimbi. Un ragazzino. Con lo “shining” negli occhi. Come me. Come voi.
Benvenuta Radioshack. Che il divertimento sia con te.