Capo danno.

Premitata ditta: Crapula & Endorfine.

Possono la crapula e la baldoria enogastronomica abbinarsi alle endorfine del più severo e metodico allenamento invernale? Possono, possono.
State a sentire.
Premessa para-scientifica: Il ciclista d’inverno è un animale curioso.
Egli, solitamente, ha due possibilità due. Non tre.
Esiste l’esemplare tutto casa- parenti-cenoni. Quello che appende la belva e le gambe al chiodo e si dà da fare con i trigliceridi e le proteine. Effettua, questa rara specie, una sorta di black out programmato nell’attività ciclistica. Nei mesi invernali la bici si ferma, il cuore si scalda e inizia a pulsare più veloce, ci si dedica ai piaceri del sollazzo e della tavola. Attività queste, che richiedono tempo e concentrazione massima. Si mettono su quei due o tre chili nella migliore delle ipotesi. Quei 7-8 nella peggiore. Ma se ne esce contenti, senza patemi. Per la nuova stagione ci sarà tempo. Dopo la Befana, si comincia blandi per poi progredire da febbraio all’estate.
Esiste poi l’esemplare autistico e maniacale: quello che se si sottrae per un paio d’ore alla sua preparazione mentale, può, seriamente uscir di senno. Quello che un giorno esce a correre, quello dopo fa i rulli, quello dopo ancora esce su strada, poi di nuovo a correre, poi magari un’ora di spinning in palestra e tre quattro sessioni in piscina. Lo vedi trafelato nella sua ossessione, raramente rilassato e comunque appartenente a un altro mondo. Il suo. Fatto di nessuno sgarro, nemmeno il giorno che chiude l’anno. Non una goccia d’alcol per Capondanno, non una fetta di zampone, non una lenticchia. Alla mattina del primo, giù di branda alle 6 e sotto a faticare.
Bene, il ciclista pericoloso è riuscito nell’incredibile e improbabile impresa di mettere insieme queste due specie così lontane, così vicine. In fondo: sempre di “droghe” e addizionamenti si tratta.
Dalle pinte di doppio malto alle sessioni-ossessioni ai rulli. Ah, dimenticavo di accennare al pericoloso,  novo upgrade effettuato dal ciclistapericoloso: auto-regalatisi per Natale rulli Tacx Satori, posizionati seduta stante in cantina, tra bottiglie di Barbera, vecchi passeggini, valigie, giocattoli e carabattole surrealiste. Beh, ragazzi, betemmierò: i rulli sono una figata.
Ma torniamo al ciclista pericoloso che mette insieme due specie: egli è riuscito, si diceva, a mischiare la crapula alla rotula, le libagioni alle sessioni, i brownies al running, la pancia alle endorfine. Gli sms alle sfr.
Non è dato sapere come egli abbia fatto, ma, v’assicuro, c’è riuscito. Eccome.
Ecco i meri dati numerici degli ultimi dieci giorni: 3 sessioni, di un’ora ciascuna, ai rulli. In cantina. Sudato fradicio, tra lo sgomento imbarazzato dei condomini.
2 uscite di corsa a piedi in mezzo al parco, tra ghiaccio e galaverna, novello Rocky Balboa prima dell’incontro con Apollo Creed. Infine, dulcisi in fundo: 2 uscite su strada in bdc, in terra ligure. Questa, droga pesante vera.
Una in solitario, una in compagnia. Di Mariolino Tarantola. Il Pitone del Gratosoglio.
Nonché compagno di crapula la sera di Capodanno e quelle a venire.
E veniamo ai dati enogastronomici: tartine al salmone, salame di Varzi, Pansoti in salsa di noci, zampone con lenticchie, tiramisù pericolosamente prodotto in quantità industriali dalla moglie pericolosa, birra doppio malto, vino rosso, spumante. Sveglie comode, anche i bimbi dormono letargici.
Morale: forma ottima.
Ma che belle, su tutto, le due uscite su strada per il burrascoso levante ligure. Per l’occasione, quest’ultimo sciorina anche una clamorosa tempesta in mare, durante il secondo giorno dell’anno nuovo. Chiuse diverse strade, bellissimo sfiorare la salsedine con la pedivella. Venire baciati dal frizzante iodio in bufera lungo il piantone.
La prima uscita, in solitario: 80 km con 1000 m di dislivello. Tra Sestri Levante, Carasco, Leivi, Chiavari e Rapallo. Le rampe dell’Aurelia mordono, la pedivella risponde. Gamba tonica. Polmoni gonfi di gioia endorfinica.
Seconda uscita: più corta, in compagnia del tarantolato di cui sopra, che si esibisce in una tirata clamorosa nel rientro da Rapallo, sui saliscendi di bitume. Sotto un sole che fa lievitare le temperature fino a 16°. Sudati fradici si riguardagna la magione in incredibile anticipo sulle signore pericolose, a spasso con gli eredi. Morale: 60 km, ma ben 1.137 m. di dislivello. Con pendenze di tutto rispetto nell’ascesa da Ruta a Portofino Vetta, con le Alpi francesi, cariche di storia, a far di contorno. Spettacolo.
Il mare infuriato fino a sera.
Le endorfine e la crapula insieme si può.

Uscite su strada: 2
Km totali: 140.
Dislivello totale: 2137.

Rulli: 3 ore.

Corsa a piedi: 2 ore.