It’s only rock ‘n’ roll, but I like it.

Indipendece day.

Indipendence day.

Ri-nato il 4 luglio. In un mattino d’autunno. Di una uggiosa, fredda, insignificante giornata milanese. Nel giro di pochi secondi.
Come? Pigiando “invio” sulla tastiera di un freddo iMac.
In un amen, la casella mail sulla barra del dock inizia a saltellare. Mai saltello fu più bello. Mai mail ricevuta, fu più gradita. “Si conferma l’acquisto del pacchetto xyz per n.2 partecipanti Maratona dles Dolomites 2010, più soggiorno”.
In un lampo, eccoti ancora là. Da dove non sei mai tornato. Da dove era giusto che non tornassi. Caduto nel dislivello come Obelix nella pozione magica. Incantato dalle sirene, come Ulisse, ma senza farti legare all’albero maestro.
Ed eccola là, subito, imponente, romantica, hegeliana come non mai, la sagoma del Giau. La sfida nella sfida. Le bianche nubi dense accucciate sul profilo del Novolau. Laddove si chiudono le porte del percorso medio e si spalancano quelle tenebrose e incerte del “lungo”. Rock ‘n’ roll allo stato puro.
Il passo che mi manca. La sfida nella sfida. Il 4 luglio, signori miei, vado a fare il “Lungo”. Io e Mario. Gli altri non hanno gambe. Non hanno fiato. Soprattutto, non hanno lo shining. La luccicanza, che brilla negli occhi di pochi adepti.
Due ciclisti pericolosi, un’infinità di montagne da scalare. Se l’anno scorso ho sudato i 3090 m. del percorso medio, quest’anno saranno lacrime e sangue per i 4.200 del percorso lungo.
Signori miei, ho bisogno di questa droga per vivere. Ho bisogno di questi fottuti migliaia e migliaia di piedi da scalare. Non uno di meno.
So, questa volta lo so, cosa mi aspetta da qui al 4 luglio 2010. So che ci sarà l’inverno, che ci sarà la pioggia, che ci saranno le levatacce, che ci saranno nuove salite, nuove imprese, nuove barrette al cioccolato, nuovi panini alla marmellata, nuove componenti, nuovi momenti di sconforto, nuove paure, nuove gioie, nuove borracce da riempire.
Allora, rock ‘n’ roll.