Sognando Maratona.

 

Si soffre. Come bambini.

Si soffre. Come bambini impazienti.

Ci siamo. Sempre di più. 
Ieri i compagni pericolosi, alle spalle del pericoloso lavoratore, hanno fatto un raid pericolosissimo in quel del territorio elvetico. Val di Muggio e Montegeneroso i loro scalpi, con un bel 2.200 m. di dislivello per 100 km. L’invidia mi è salita fin dal primo mattino davanti alla splendida giornata di sole, mentre soffrivo davanti al pc. Oggi hanno avuto il coraggio di mandarmi le  foto. Pericolosissime. L’invidia sbollita, tornava a dare alla testa.
Sono in partenza per il Garda, il meteo non è ottimo, ma conto di infilare l’ultima uscita pericolosa degna di nota prima del lancio. Poi, settimana prossima, rifinitura tranquilla, prima della partenza pericolosa di venerdì 3. Le chiacchiere, allora, staranno a zero.
Ho fatto e sto facendo tutto e anche di più. Non posso rimproverarmi nulla. Credo che questa Maratona dles Dolomites, nel bene o nel male, la dovevo fare. Solo per vivere questi giorni di preallarme ed eccitazione dimenticati. Sono emozioni forti, che ci si dimentica di poter provare: il paragone resta sempre quello. Con l’infanzia, con i primi appuntamenti importanti della vita. Il primo tuffo dagli scogli, senza braccioli, il primo bacio, il primo esame a scuola. Sentirsi pronti, avere paura, voglia di annullare l’attesa e andarsela a prendere subito, la cosa che fa soffrire e trepidare assieme. I momenti topici, decisivi della vita sono attorno a noi, non ce ne sono tanti, occorre saperli vedere. E non aver paura.
-9. Monto anche il 28.