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Piccole Donne Crescono
Scent of a Woman
C’era una volta uno sport praticato solo dai maschietti. Quelli coriacei e duri, disposti ad affrontare le intemperie più avverse e le fatiche più ostiche. C’era una volta e ora non c’è più. O, meglio, c’è ma sta diventando sempre più bipartisan. Sono molte le donne che si incrociano lungo le statali della Brianza, alle granfondo, e alle randonnée e ciò avviene ancora di più se si guarda in giro per il mondo. Sono spesso forti e allenate, a volte persino più agguerrite dei loro colleghi maschietti. Come ad esempio quelle, impavide, che hanno preso il via al bellissimo contest Rapha Braver than elements lo scorso 12 dicembre: percorrere contemporaneamente in tutto il Mondo (dall’Europa alla Korea, passando per per il Nord America e il Giappone) chilometri e chilometri su strada, sfidando le condizioni meteo più estreme.
Da qualche tempo esiste persino un’app dedicata alle donne cicliste, l’ha lanciata la campionessa del mondo Marianne Vos e si chiama Strongher. Già il nome un programma: un aiuto per tutte coloro che pedalano nel mondo ad essere più forti. Attraverso strumenti, consigli, modalità di condivisione social: dai percorsi, alla possibilità di aggregarsi a gruppi, all’organizzazione di eventi o challenge. Insomma, le donne ci sono e pedalano più vive che mai. E la cosa è una grande cosa.
Fare squadra al femminile: Canyon Sram Racing Team.
Ma non finisce qui. Le donne si organizzano, si incontrano e creano i loro team, supportate spesso da grandi brand. Marchi internazionali più sensibili al tema, che poi guarda caso sono anche quelli più innovativi. Così, dopo il team Specialized Boels-Dolmans e Velocio-SRAM, nasce un’altra squadra UCI, la Canyon/SRAM Racing team. Con propositi bellicosi: distinguersi nelle più importanti gare ciclistiche della prossima stagione. Un team con ambizioni però non solo agonistiche. Canyon SRAM Racing Team vuole anche differenziarsi per un nuovo modo di comunicare e di farsi conoscere. Lo farà sfruttando la potenzialità dei social media e del nuovo modello di ciclista “digital” di oggi. Tre importanti – e lungimiranti – sponsor ruotano attorno al progetto: Canyon, SRAM e Rapha. Nel team, alcune delle più forti donne del ciclismo femminile contemporaneo tra cui le italiane Elena Cecchini e Barbara Guarischi. A far loro compagnia, Lisa Brennauer, Trixi Worrack e Mieke Kröger dalla Germania, Alexis Ryan dagli USA, Tiffany Cromwell dall’Australia, Hannah Barnes dalla Gran Bretagna, Alena Amialiusik dalla Bielorussia.
Dare visibilità e sostenere.
Senza dimenticare le recenti occasioni e gli eventi per parlare di ciclismo al femminile, vedi “Ciclismi Possibili 3 – Tutte le donne del mondo” organizzato lo scorso novembre all’Upcycle Bike Café di Milano dal sottoscritto insieme alle ragazze di Voglio una Ruota, bellissimo docu-film sul ciclismo al femminile, basato sul crowd-funding. Una mappatura di tutte le cicliste possibili e delle difficoltà che troppo spesso incontrano. Un bel modello per portare alla visibilità un tema troppo spesso taciuto.
È insomma innegabile, considerata anche la presenza crescente in ogni team amatoriale di donne iscritte, che il ciclismo in rosa stia davvero vivendo, finalmente, un periodo di crescita e soprattutto di consapevolezza. Forse perché diventa un modo per aggiungere a ciò che la bicicletta è già in se stessa – libertà – un’ulteriore carica di emancipazione. Quella di chi per anni si è sentita una ciclista di serie B e ora finalmente trova a disposizione quantomeno attenzione, visibilità e soprattutto più strumenti utili. Manca ancora tanto, soprattutto in materia di diritti – le donne ad oggi non possono essere considerate professioniste come gli uomini -. Tuttavia, qualcosa si è mosso. A partire dai grandi sponsor, che in questi casi sono gli unici a poter fare da traino ai cambiamenti. Piccole, grandi donne crescono. Alla faccia di chi non ci credeva.
(Photo Credits: Instagram @strongher.cc)