Nesso, droga e rock ‘n’ roll.

Colma Pericolosa.

Dicesi “Nesso”, o più propriamente “Colma”, un’altura comasca, posta nel cuore del triangolo lariano, meglio noto come luna park del grimpeur. Farla la domenica mattina presto è come lasciarsi andare a un amplesso.
Siamo tra le provincie di Lecco e Como per l’esattezza, nonché tra i due rami del Lario, in mezzo a un concentrato di disilivello da far inorridire ogni forma di pianura. Roba da comprensorio dolomitico, come ebbi già a dirvi in occasione del Superghisallo apri-stagione.
L’ “Autista” number one è perentorio: “Alle 7 in punto da me”.
Così la domenica del ciclistapericoloso parte con una sveglia psicoticamente puntata sulle 06:00 del mattino.
Fuori è buio, non albeggia manco.
I primi colpi di pedale sono dati con insicurezza e all’insegna del “che cazzo sto facendo?”.
Poi, per fortuna, ci pensa il Signor Giovanni, il bar bohemien di habituè e disturbati del pedale, in Corso Buenos Aires. Laddove la combriccola ciclo-lisergica della Caffè Nero Bollente Squadra Corse è solita fare le sue libagioni pre-impresa.
Caffè, appunto, nero bollente in tazza grande e brioche alla marmellata.
Stacco. Cologno Monzese, esterno notte (ancora è buio, anche alle 6:45). Il ciclistapericoloso attende in anticipo, ancora più in dubbio sulla sua sanità mentale. Manicotti, smanicato, mantellina nella tasca. 14° all’alba.
Ore 07:00, ecco giungere la posse armata di pignoni che s’era fatta attendere. Gelato, frutta, e autobus i loro luoghi di lavoro. Altura, endorfine, dislivello, i loro luoghi di perdizione.
Si parte.
Villa Reale-Carate-Arosio, indi scorciatoia per Como in men che non si pedali.
Ritmo subito alto e tonico. Spazio anche per un caffè.
Poi Como, il lago incastonatoto nelle rocce e nei monti impetuosi. Un lago scuro, a volte malinconico, profondamente diverso dal Garda, cui il pericoloso è abituato. Ma un lago che affascina proprio per questo. Per questo suo essere riottoso a una facile catalogazione. Così nordico e a uno sputo dal confine elvetico. Si alternanto i primi cartelli che informano sull’imminenza del confine. Si attraversa Como, si piega verso Bellagio. A Nesso si sale.
Già, la Colma di Sormano, “La Nesso”. Dal suo attacco pedalabile pedalabile, che nasconde la lunghezza e il suo non mollare mai. Fino alla vetta.  Quasi 13 km di passione, tra il 6% e il 12% (la pendenza massima), ma mai sotto. Se non per un troncone ingannevole (si crede d’essere in vetta e aver preso lo scalpo, ma non è così)  posto in prossimità del km 10, noto come Pian del Tivano. Mucche, qualche cavallo e drappelli di uomini ridotti malissimo, con caschetto e tutina, in sella barcollanti a specalissime dop. Il Pian del Tivano ha fatto gridare alla vetta a qualunque ciclista l’abbia raggiungo per la sua prima Nesso. Dite la verità.
La vetta il pericoloso l’acciuffa per primo, recuperando nel finale il fruttivendolo scattato sulle prime rampe alla più non posso. E infatti egli oltre non potè.
Vetta in 00:55′:43″. Ma salita che vende carissima la pelle, questa Colma di Sormano. Bella tosta e mai paga. Lunga il giusto e con un panorama che merita la gita. E la fatica.
Coca cola, battute versione Zelig, e picchiata in presa bassa su Maglio. L’altro versante. Nel cuore della Vallassina. Indi Canzo e Lago di Segrino. Si rientra da un’altra parte. Via Bevera. Rampa cattiva che miete vittime negli attardantisi del dislivello domenicale. Il gelataio striglia come un sergente da Full Metal Jaket il drappello. Fiondate fino a 60 all’ora nel falsopiano da Casatenovo a Villasanta. La città “Del lavoro” è guadagata in men che non si dica. Il pranzo anche.
La giornata del pericoloso si conclude con un’abboffata inversamente proporzionale alle dimensioni del suo stomaco, a base di gnocco fritto.
Fate Nesso la mattina presto. Droga purissima.

Totale distanza: 142 km
Dislivello: 1.752 m
Tempo: 5:15:56
V/M: 26,36 km/h
RPM: 86-119