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Madrid o Cesenatico?
Novecolli o Santiago Bernabeu?
Barbotto o Cambiasso?
38 anni o 1800 m. di dislivello?
Mai avrei pensato di incappare, un giorno, in questo amletico testa a testa. Qualcosa di surreale. Non avete idea.
Cosa è l’uinica cosa in grado di fermare la pedivella più fumante del web, la penna, il cuore e la gamba del ciclistapericoloso? Cosa è la kriptonite per le sue gambe ormai depilate (stigmata definitva della scelta d’amore fatta per questo sport)?
La risposta è semplice, quanto imnbarazzante: la squadra del cuore. Che dopo 38 anni, ha un appuntamentino, giusto uno, con la storia.
‘Cazzo faccio?
Son giorni di fuoco e di palpitazioni, care mie e cari miei. Giorni difficili che non auguro a nessuno.
Come affrontare una Granfondo epica, storica e dopante per l’animo come la madre di tutte le granfondo, la pantani-dentro, Novecolli il giorno dopo una finale di Champions League attesa quarant’anni? Anzi, tutta una vita: non ero manco nato, io. Se faccio due calcoli, mi vien male: quando si ripeterà?
Come fare a reggere lo stress devastante dell’attesa e dei 90 minuti più eventuale recupero – ammesso e non concesso che alla fine scelga Cesenatico – e il giorno dopo alzarsi alle 4 del mattino per infilarsi in griglia, subito dopo aver ingurgitato un etto di spaghetti e due ore di sofferenza ed emozioni in grado di stendere due tori, non uno?
Ragazzi miei, il tutto ha un sapore devastante.
Madrid o Cesenatico?
Herrera e Mourinho o Bertinoro e Pieve di Rivoschio?
Chi lo sa, risponda.