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Donne e motori.
Dice l’autista (ore 12:33): Uscita saltata. Pic nic in famiglia e peggio del peggio, ai piedi della Valcava. E poi fanno la festa della donna.
Propongo 10 minuti di ovazione per questo sms. Il più bello da quando conosco e frequento questa combriccola di pazzi scriteriati che la CafféNeroBollente – Squadra Corse è. Una squadra virtuale. Esiste solo tra noi. Si materializza la domenica e si scompone il lunedì. Restituendone ogni membro, devastato, in abiti borghesi. Ognuno alle proprie mansioni: uno a fare la stracciatella, l’altro a schiacciare i pedali della 60, l’altro ancora a scartabellare in tribunale, l’ultimo a menare sui tasti del pc a decantar le lodi di un formaggino magro. E, soprattutto, ognuno alle proprie “padrone”. Le mogli, del ciclista.
Ometto volutamente ulteriori digressioni sul capitolo (coloro fossero interessati a sapere come la penso su tal argomento, sono caldamente rimandati qui).
Ieri uscita dunque a 2. Con partenza pericolossissima: sveglia alle 7, che – considerata l’ora legale – è stata sveglia alle 6. Tranquilli: in caso, ho babbo psicanalista.
Si parte con 6°. Le mani intirizzite. Si rientra, grondanti gioia e – per la prima volta – sudore, con la bellezza di 23°. E neanche a mezzodì.
Babrebque pericoloso fuori Milano, ordinato dalla padrona pericolosa, con coprifuoco anticipato a “entro mezzogiorno massimo”.
I nostri motori, quelli del cuore e del record, non conoscono defezioni. S’esce prima, allora. A menar almeno i 100 km.
Io e il pitone del Gratosoglio, alias Mariolino Tarantola.
Scorribanda che parte sobria e ingrassa, via via. Le pendici brianzole mordono il tendine rotuleo.
E dunque: Colle fino a Galbiate. E rientro, lancia in resta, via Sirtori-Monticello-Carate-Villa reale.
Brividi lungo la schiena, endorfine di nuovo purissime. Stato di dipendenza conclamata. Inebetimento fino a sera assicurato.
Ogni scatto una salsiccia. Ogni salsiccia, due bicchieri di Sangiovese. Questo il monito che mi vien da dentro, ogni volta che allungo in salita.
Buon ritmo, soprattutto al rientro. Tuttavia, resta sempre dura la sensazione di un dislivello tragicamente ancora insufficiente e inappropriato agli obiettivi stagionali. Lungo della MdD su tutti.
Come pensare al Giau, quando ancora siamo a fare blandi saliscendi e strappetti da adolescenti brufolosi?
La Pasqua incombe. Il Garda chiama. Occorre porre rimedio, a suon di Navazzi e Capovalle. Chi ha pignoni per intendere, intenda.
Altri 10 minuti di ovazione per la nuova, inconcepibile, imbarazzante, pericolossissima belva tarantolata (che vedete in foto lassopra). Il Pitone questa volta ha fatto davvero il vuoto. Ruote ad alto profilo con cerchio in carbonio e mozzo in alluminio, telaio da peso illegale (inferiore a quello consentito dai termini UCI), Dura Ace con passaggio cavi interno, reggisella imbarazzante e sagomato: più volte mi son scoperto a guardargli il culo.
Benvenuta, Cervelo S3.
Eh, la vita. Donne e motori.
Totale distanza: 102 km
Dislivello: 1.112 m.
V/m: 25,6/h.