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La battaglia di Maratona – Conclusioni.
La Maratona dles Dolomites è, a tutti gli effetti, una battaglia. Contro i Tartari. Contro la paura. Contro i fantasmi. Contro sé stessi.
La battaglia è un momento permanente nella vita di ognuno di noi: non siamo fatti per stare “a posto”. Dobbiamo continuamente adattarci, fare spazio, spostare qualcosa. Non c’è mai il “nostro posto”. Dobbiamo lottare per illuderci di raggiungerlo. Questo è il gioco della vita. Questa è la condizione umana.
C’è un momento, prima della battaglia, in cui siamo sicuri che forse non ce la faremo mai, che il nostro esercito soccomberà e che gli eventi ci trascineranno inarrestabili al naufragio. Che l’abbiamo fatta grossa, insomma. E che era meglio restare a casa.
Beh, quello, proprio quello, è il momento più bello. Quello che mette i brividi dalle punte dei piedi all’ultimo dei capelli. Quello per cui val la pena vivere. Semplicemente. L’antidoto al male che c’è, non possiamo far finta di non vederlo.
Non scappare, stai lì. Ne vale la pena. Quello, e solo quello, è il posto giusto per te.
Questa Battaglia di Maratona è dedicata a un amico che combatte una guerra.
Che i miei fuorisella siano tutti per lui. Dal primo all’ultimo.