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Ultravelocità.

Le nuove bambine del Ciclista Pericoloso.
La cosa che mi resta più impressa dell’uscita di ieri: la velocità e l’adrenalina da galleria del vento del ritorno. Una media di 40 km/h con punte, nei leggeri tratti di falsopiano da Casatenovo a Monza, di 60/h. Un orgasmo sufico e autoeccitante. Si va in trance, sembra di essere in moto, il paesaggo che schizza via ai tuoi lati, l’aria che sbatte sulla fronte e ti fa sentire maledettamente vivo e scalciante. Questa la sensazione: ti senti partecipe del creato, intensamente partecipe. Senti il sangue correre, il tuo battito ritmare il tuo corpo, i tuoi muscoli muversi liberi, sciolti, disinvolti. Senti un’emozione difficile da raccontare. Senti che ti stai prendendo il tuo pezzo di vita. E che stai scaricando tutto lo stress, lo sporco, i batteri del lavoro e degli impegni. In una parola: ti senti “tuo”. Di nessun altro. Senti le tue Neutron Ultra ronzare lisce sull’asfalto, come la pelle di un serpente. Senti il 50 che frulla e dietro fai passare la catena da un pignone all’altro fino al 13. Usi il rapporto massimo, il più duro da spingere e ti sembra burro. Non finisce qui. Vedi altri faticare e li superi come fossero fermi. Ci pensi: ti viene in mente che solo poche decine di mesi fa quelli eri tu. vai in trenino e respiri, ma sei sempre sui 40/h. Recuperi le forze e le energie, tante, spese quando a tirare eri tu. Alla fine siete solo in due. Tu e il tuo compagno di mille avventure. Quello con cui hai condiviso quasi tutto. Emozioni, fatica, paure. Ripensi alla paura della tua prima Gran Fondo che stai per rifare, esattamente un anno dopo. Ripensi a quel temporale scendeno dal Ghisallo. Ripensi alla Valcava, al suo muro al 18%. Ti ricordi che ormai sono parte integrante di te, e di lui. Capisci che è difficile che capiti di condividere emozioni forti con molte persone, nello sport. E che, in fondo, lo sport che fai è qualcosa che ti ha cambiato profondamente. Arricchendoti, portando nuova linfa, nuova energia alla tua vita. Non so se avessi iniziato prima come sarebbe andata. So che in questo momento sono felie così.
A casa, bacio i miei bambini ormai abituati a questo rituale. Loro sanno che il papà “va in bicicletta” e mi vedono felice. E sanno anche che il papà è un bambino come loro: sabato ha ritirato da Esposito un bel paio di Neutron Ultra Campagnolo. Mozzo in carbonio, peso irrisorio: ruote da salita purosangue. Stamattina, il papà ha dunque infilato nel fax la fotocopia del suo tesserino da “Amatore” e ha pigiato “invio” indirizzato in quel di Corvara in Badia. Il cerchio, per la MdD, è chiuso.
Totale distanza percorsa: 100 km
Dislivello: 1.000 m. ca.
Tempo: 4:02′
Salite: Monticello (da Carate); Sirtori; Colle (da Castello) + Giovenzana; Lissolo, e rientro via Casatenovo.