Caffè Nero Bollente.

 

Colazione di squadra, prima delle fatiche.

Colazione di squadra, prima delle fatiche.

Si narra che due cavalieri si persero per le brughiere lombarde, nel freddo inverno del 2008. Rimasero giorni e notti intere senz’acqua né cibo. Bocche fumanti, galaverna sui guanti. 
Ad un tratto, un’epifania, un’apparizione salvifica si fece largo tra le nebbie e il gelo. Una locanda con camino fumante. Sì: non potevano crederci, dopo ore e ore passate all’addiaccio, senza toccar tozzo di pane, lecito era aspettarsi un miraggio, chiaro segnale del trapasso.
Invece l’insegna parlava chiaro: Caffè Nero Bollente. Senza più forze in corpo, i due poveri, e inesperti, apprendisti druidi, che a stento si reggevano sulle gambe, si precipitarono dentro, svenendo su un piatto fumante di minestra.
Quel giorno e in memoria di quell’evento nacque la Caffè Nero Bollente – Squadra Corse Milano. 
Oggi cresce sana e robusta, raccogliendo i più valorosi cavalieri milanesi dalla pedivella facile. San Giacomo della Circonvalla, Santi Mario e Stefano dalle rotatorie, San Pietro del Cavalcavia, San Nico (assente ingiustificato) dei Bastioni.
Sparsi dalle propaggini del Gratosoglio, passando per Piazzale Lavater, e raggiungendo infine il ridente comune pre-brianzolo di Cologno Monzese. Un manipolo di intrepidi guerrieri extraurbani rigorosamente a cavallo e pignoni. La salita nel sangue, il fango sulla pelle, l’autobiografia di Lance Armstrong sul comodino.
Davanti a una nuova e sberlucciante locanda, ogni santa domenica che il buon Dio manda in terra, si ridanunano prima delle fatiche. Ecco lassopra un affresco dei loro destrieri durante la meritata alimentazione che precede la galoppata nella taiga brianzola. 
La Caffè Nero Bollente a ranghi completi è solita battere le strade che da Sesto San Giovanni raggiungono la landa pre-lecchese. Laddove il Monticello (Brianza, per i non adepti) scollina dolcemente verso il Colle (Brianza, sempre per i non adepti). Le fatiche si consumano tra Sirtori, Perego, Rovagnate, Giovenzana e il famigerato Tetto Brianzolo, anche detto “Lissolo” dai foresti.
Le alabarde ripiegate, e la lancia in resta, si precipitano indi al galoppo forsennato per il rientro nella Capitale del ducato padano. Un ritmo smodato, poco consono alla prudenza e al riposo della gamba, li accompagna fino a Monza. Ove i più voltano verso destra, laddove la Brianza si fa più abitata e trafficata da carri e carretti a quattro ruote. L’ingresso a Milano avviene rapido e festante. Biada per i destrieri, cinghiale arrosto per i reduci dalle fatiche.
Fino al prossimo giorno del Signore. 
Ite, missa est. 

Distanza percorsa: 80 km.
Dislivello accumulato: 900 m.
Dove: Milano – Monticello – Sirtori – Perego e ritorno.
Tempo: 3 h ca.