Into the wild.

 

Calamità naturale. Condizione ideale.

Calamità naturale. Condizione ideale.

Ieri la ciclabile del Naviglio Grande si presentava così. 
Dopo Gaggiano, la situazione era anche peggio.  Oddio, la ciclabile in sé lì era anche pulita, si pedalava che era un piacere. Ma attorno: la Taiga
Neve, nebbia: tutto bianco. E poi, come non bastasse, acqua mista, forse, a condensa da nebbia o neve. Non so.
Tre corpi fumanti. Incuranti delle avversità. La Caffè Nero Bollente, squadra corse Milano.  
Un manipolo di pericolosi eroici pedalatori.
Ritmo blando, pedalata agile, cuori in alto. Cambi repentini: due minuti a testa. Dopo la gimcana nella neve, da Gaggiano ad Abbiategrasso, come detto, la strada si apre, il ritmo sale. Ma sempre, rigorosamente, 34 in canna. Il 50 mai (anche se più tardi lo esploderò, in un rapido scatto). Solo agilità. Solo pianura. E galaverna. Un piatto tipico padano di questi tempi, che sembrano non finire mai. 
Siamo soli, giuro. Nemmeno uno sparuto gruppetto, nemmeno qualche anima solitaria. Solo Caffè Nero Bollente.
Ho letto che Lance Armstrong passa più tempo in palestra che in bici per allenarsi. Credo sia un’enorme cazzata. Come fai a fare a meno della bdc? Come puoi privarti di queste emozioni selvagge? Di questo naturale sentirti nel cuore della natura? Di questo affrontare le avversità e trarne puro piacere? Eh, caro Lance: dammi la ricetta, perché io non ci riesco. Non riesco a fare a meno di queste allegre giornate nel fango. Con il vento contro, con la pioggia, con la neve, con la nebbia, con il freddo, con tutto.
Oggi, 25 anni fa, moriva mio nonno, scalatore. Fece lo Stelvio e il Gavia, negli anni Trenta. Sulle strade più perfide e senza Compact o 26. E’ vissuto felice, se ne è andato senza recar disturbo alcuno. Oggi so che è contento di me. Me l’ha detto lui. Anzi, ieri era con noi. Into the wild.

Totale distanza percorsa: 73 km (pianura)
Dove: ciclabile Naviglio Grande, fino a Robecco e ritorno