Contro il logorìo della vita moderna.

Una Maratona non si ama. Si lubrifica.

Una Maratona non si ama. Si lubrifica.

Vedere il proprio nome e cognome nella lista dei partecipanti alla MdD 09 (sono online da una decina di giorni, per chi fosse interessato) fa il suo porco effetto.
Adrenalinico. Cardiotonico. Benzina per la mente.
Ho davanti la Gran Fondo delle Gran Fondo. La madre di tutte le battaglie.
L’antidoto contro il veleno della vita cittadina.
Mancano, dicevo, 7 mesi. Domani, per l’esattezza: partenza il 5 luglio 2009,  ore 06:30, La Villa in Badia (BZ).
Numeri.
8.500 anime a pedali.
20.228 i pre-iscritti che hanno partecipato al sorteggio. 625 i “Marco”, 509 i “Roberto”. Il 50% sono stranieri. Provenienti da 43 Paesi diversi. 1.895 le donne pre-sicritte: l’8,6%.
Bollettino ufficiale sullo stato di preparazione atletico-psicologica del ciclista pericoloso in vista dell’impegno: sono cazzi.
Eggià. Sono cazzi, amiche e amici.
Sono cazzi perché sto cercando di capire come mi converrà impiegare al meglio questi “soli” 7 mesi che ho a disposizione. E sono giunto alla conclusione, dopo breve consulto con il mio preparatore atletico virtuale dall’oltretomba (il mio nonno Bruno, scalatore puro), che la situazione non è delle più semplici.
7 mesi sono tanti, direte: no, vi dico, sono pochissimi. Se voglio fare (come voglio) il percorso lungo (141 km, 4.180 m. di dislivello) sono niente. Visto e considerato che non mi chiamo Lance Armstrong.
Dovrò rimboccarmi le maniche fino alle ascelle.
Già perché, cari miei, non basta mica un’uscita lunga con dislivello nel weekend e un’uscita corta, di agilità in pianura, during the week. Non basta e basta.
Devo darci dentro di brutto. Come? Non lo so. Se lo sapessi, non starei qui a scrivere.
Fotografiamo con realismo e pragmatismo la situazione.
Lavoro che esonda abbondantemente oltre suoi naturali limiti temporali (come tutti, direte).
Famiglia che reclama (come tutti).
141 km e 7 passi dolomitici sul groppone (non come tutti).
Capirete dunque che la situazione per l’aspirante maratoneta non è esattamente delle più semplici.
Ma io sono pericoloso. Mica paglia.
Così ho deciso: intensificherò, costi quel che costi. Io intensificherò.
Intensificare: voce del verbo Ciclista Pericoloso.
Allenamenti notturni, levatacce folli (possibilmente da marzo), pranzi saltati, corse a perdifiato per cambiarmi nelle cabine del telefono (quelle rimaste) come Clark Kent. La mia seconda identità pericolosa non si fermerà davanti a niente.
Mi cambierò nei posti più assurdi e partirò bordo della mia Cinelli Estrada. Via, più veloce della luce!
Contro il logorìo della vita moderna.
Perché ho visto Maratona. Io.