Ora et pedala.

Santa Brianza. Senza te, che saremmo?

Santa Brianza. Senza te, che saremmo?

Allarmi, allarmi: domenica non posso andare a messa.
Al singore del dislivello, almeno un giorno va consacrato.
Sei giorni si lavorò, al settimo si pedalò. Così è scritto.
Indi, se domenica non vuoi bestemmiare, al sabato, presto ti devi alzare. Nono comandamento del ciclista pericoloso.
E sabato fu. Uscita a ranghi ridotti: in 2 per una Brianza. Con Monticello e Sirtori ancora innevate. Ghiaccio qua e là, ma giornata splendida. Il sole comincia a scaldare i motori. Se parti con 0 gradi, è capace che torni con 10° e qualche goccia di sudore tra le enorfine. È quello che ci è capitato sabato, a me e al compagno di mille battaglie, nonché Pitone del Gratosoglio, Mariolino tarantola.
Si sale il Monticello da Carate, come abbiamo ripreso a fare: decisamente più bello e più allenante questo versante. Con il fiato che sale, le pulsazioni che palpitano e la media oraria via via più alta. Lo si fa d’un fiato il Monticello. Si dovrebbe istituire una Coppa del Monticello, una cronoscalata settimanale con una classifica finale. Premio: una tacchetta keo d’oro massiccio.
Arrivati in cima al Monticello, che poi una cima non è, ti senti un re. Cominciano ad aprirsi i  polmoni e il fiato a farsi. Il folto agglomerato di ciclomaledetti si incastona davanti alla fontanella come uno stuolo di paggi in processione. Quella fontanella ha riempito le borracce e allietato le fatiche di generazioni e generazioni di pazzi drogati della pedivella. Un’opera con tanto di Madonna protettrice del ciclista vi è stata amorevolmente deposta a futura memoria dei pedalatori che furono e di quelli che saranno. Il sabato la folla langue un po’.
La seconda fatica di giornata prevede “La Sirtori”, da Torrevilla. Con i suo gradoni malfamati e il ghiaccio che ancora vi si annida.  Si sguscia indi verso Perego. Ridente cittadina ai piedi del Colle. Rotonda, and back. Nuovamente Sirtori con gioco finale alla volata tra Mario e uno sconosciuto. Caffè al bar.
E rientro smodato verso Monza e il fumi tossici – questi sì maledetti per davvero – degli ultimi metri di Valassina. Zig zag tra Viale Monza, curvone finale a Loreto. La pagnotta è guadagnata.
L’operazione dislivello tarda a mettersi in moto. Quando la pianti di nevicare? Così, tanto per sapere.

Totale distanza: 82 km
Dislivello: 654 m.
Velocità media: 26,7/h
Rpm: 88-132