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Preparativi pericolosi.

Novecolli, a noi due.
-3 alla Novecolli.
Un misto di eccitazione e piacere, ai limiti dell’euforia autistica e ingiustificata, pervade, pericolosamente, da giorni il ciclista pericoloso. Come i bambini prima dell’ultimo giorno di scuola, egli entra in trance. Salivazione azzerata, lingua felpata, allucinazioni pre-viaggo. E, soprattutto, l’ingresso irrimediabile nella perdizione del tunnel “Preparazione pericolosa”.
Un portentoso disturbo ossessivo compulsivo che fa la sua comparsa circa una settimana prima della Granfondo o obiettivo pericoloso che sia.
Ma bando alle ciance. Scorriamolo nel dettaglio.
Capitolo I: la bici. E qui, ça va sans dire: notti in bianco, all’insegna dello Chante Clair come se piovesse. La “belva” viene ripetutamente pulita, ripulita, spazzolata, desalizzata, deionizzata, coccolata, massaggiata.
Effetti collaterali: la moglie chiede l’abbandono del tetto coniugale.
Capitolo II: l’abbigliamento.
Pronto per ogni evenienza, compreso improbabile colpo di coda invernale, in pieno maggio, direttamente dalla tundra siberiana. Attrezzatura che nemmeno Messner sul K2. Manicotti, gambali, guanti, guantini, magliette, magliettine, sottocaschi, bandane, sovrascarpe, calze invernali, calze estive, maglia traforata, a buchi larghi, a buchi stretti, invernale termica, con maniche, senza maniche, scaldacollo.
Ci saranno 40 gradi.
Capitolo III (strettamente legato al II): il meteo.
Controlli compulsivi, regolari, psicanalitici del meteo online (da vari siti), cadenzati in maniera scientifica: uno ogni 15 minuti. Al ritmo delle isobare. Variazioni impercettibili degli ettopascal vengono interpretate come cambiamenti catastrofici in grado di produrre una pericolosissima reazione a catena.
Ogni nuvoletta in più, un capo di abbigliamento in più. Ogni capo di abbigliamento in più, una valigia in più, una valigia in più, un pericoloso solido che può entrare in collisione con le Neutron Ultra nel bagagliaio.
Capitolo IV: “alimentazione in gara”.
Crostatine, barrette, gel, sali minerali. Il tutto in svariati formati, e sotto stati fisici differenti: solidi, liquidi, gelatinosi, in polvere, ibridi. Ci sono i ristori, dice. Non importa: il ciclista pericoloso il pericolo se lo crea da sé.
Capitolo V: la bici in auto.
Annosa questione che spesso può raggiungere i limiti del calvario.
La regola è una sola: spazio a sufficienza perché il carbonio non venga MAI a contatto con alcun corpo esterno, tantomeno umano. Da questo teorema, discendono una serie di corollari, quali: improbabili accrocchi metafisci, composizioni scultoree, surrealiste imbracature a base di coperte e copertine, tiranti, corde, in caso cuscini.
Alla fine, la belva è in culla. Nella bambagia.
Il resto della famiglia: stipato in un carro bestiame.
Bene, direi che ho detto tutto.
Ci siamo.
La Novecolli è pronta a partire.
Foto: http://www.rapha.cc