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Follow that dream.
È fatta. Farò la Maratona dles Dolomites. Insieme a Mario, abbiamo fatto la follia: al diavolo la preiscirzione, il sorteggio, i cazzi e i mazzi. Noi si compra il pacchetto iscrizione + soggiorno. L’unico modo per assicurarsi un pettorale.
Non so cosa pensare. Non so cosa dire. Non so se sono normale.
Mi sembra che tutto l’anno che ho davanti abbia un sapore diverso. È come quando mi regalarono il galeone playmobill: la mattina alle 6 avevo gli occhi pallati alla sola idea di averlo finalmente in camera con me.
Bene, sul comodino di bambino, a 36 anni suonati, c’è la Maratona. L’ho sognata, pregustata, amata come poche altre cose nella vita. Ora ce l’ho. E va bene così. Va da Dio così.
Perché?
Perché non lo so.
Ogni risposta che provo a darmi, mi pare parziale, scontata. Ovvia.
E’ da quando sono salito in bicicletta che provo a scendere per capire perché ci sono salito.
Tra pochi giorni un amico partirà a bordo di una piccola barca a vela: ha deciso di attraversare in solitario l’Oceano. Di lavoro non fa il velista. A chi gli chiede chi glielo fa fare, non sa dare una risposta precisa. Comincia a ridere.
Il mio amico si chiama Lele, il suo blog è questo.
La mia partecipazione alla Maratona oggi la dedico a lui.