giugno 28

Questione di Shining.

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Tutto in una foto. Anzi in due. 
Queste due foto le ho scattate ieri al Velodromo Vigorelli di Milano.
Credo di essere stato molto fortunato, perché penso dicano tutto di due ciclisti, anzi di due persone. State a sentire.
Sono le 10:30 quando arriva Checco e Beppe ancora non si vede. Nemmeno te lo aspetti a pensarci bene. Lo “sceriffo” si veste di tutto punto, divisa con su scritto “Dateci pista”, e alla fine la pista ce l’hanno data davvero: il velodromo forse più famoso al mondo è riaperto, oggi giro di collaudo. Francesco Moser da Palù di Giovo, “il generoso” nel mio libro, pedalerà 10 volte sull’ovale con il parquet rifatto e tirato a lucido per l’occasione, proprio con la bici con cui stabilì il record dell’ora. Il cielo è azzurro, il sole è già alto e fa caldo. Ci siamo. Ed ecco che dal sottopasso che collega la pista con l’esterno spunta anche lui, il cecchino della fucilata di Goodwood, l’uomo con quello scatto esplosivo “che io non ce l’avevo”, il rivale di una vita. Beppe Saronni da Parabiago, anche detto – sempre nel mio libro – “l’antipatico”. E in un istante, il più bello, puoi vedere ai due – quasi come due innamorati – brillare gli occhi. “Beppe!”, “Checco!”. Saranno anche stati avversari, non si saranno piaciuti, si saranno guardati in cagnesco per un’intera carriera, ma, cavoli, oggi qui si vogliono bene. È chiaro.
Un bene dell’anima. Glielo puoi leggere negli occhi, che ho avuto la fortuna, di immortalare, accucciato sul prato interno alla pista del mitico Velodromo Vigorelli. Quello dove una volta, come diceva mia nonna, avevano suonato anche i Beatles (e una targhetta all’ingresso lo ricorda).
Da “Il carattere del ciclista” ecco a voi un po’ di Saronni e un po’ di Moser. Un cocktail micidiale di potenza e scatto che avrebbe dato forse vita al ciclista perfetto.

Più veloce con la lingua che con le gambe.
“Una gara assurda, dovrebbero abolirla!”

A sbraitare in questo modo è Beppe Saronni, quel corridore lombardo che tanto vorrebbe prendere il tuo posto. I giornali vi hanno già decretato rivali a vita, anzi acerrimi nemici, sia sul campo che fuori. Una notizia che fa indubbiamente vendere di più e chiacchierare meglio al bar, poi però bisogna fare i conti con i fatti. E quelli dicono siete due ciclisti molto diversi, tu possente, regolare e caparbio, lui discontinuo, imprevedibile ma tremendamente esplosivo. Se le tue armi migliori sono la progressione, il ritmo e ovviamente l’esperienza, le sue sono la leggerezza, lo scatto, e l’età. Beppe è molto più giovane di te. Una cosa che un po’ ti fa male. Vorresti averlo anche tu tutto quel tempo davanti. Invece non ce l’hai e devi correre in fretta.
Beppe sta dicendo che la tua gara preferita, l’Inferno del Nord, la Parigi-Roubaix, è una corsa ormai superata. Uno show insensato e inopportuno nel ciclismo moderno. È in buona compagnia, sono molti a pensarla così, gli fa eco il francese Bernard Hinault, uno che di fatica e generosità se ne intende.
Per te invece è un insulto, un ceffone in pieno viso. Tu la ami alla follia questa corsa.
C’è da scommetterci, Saronni l’ha fatto apposta per provocarti. Lui è sempre così: “Più veloce con la lingua che con le gambe”.
Beppe la Parigi – Roubaix la evita regolarmente da anni come la peste. La prima volta che è venuto qui è volato a terra come un sacco di patate. L’hanno dovuto portare via a braccia, pare piangesse come un bimbo a cui è caduto il gelato per terra.
Tu invece sogghigni davanti a quelle mattonelle sconnesse. Ti si scalda il cuore tra quelle pozze fangose e quegli alberi carichi di storia della mitica Foresta di Arenberg. Quando arriva aprile perciò, il mese dell’Inferno del Nord, i tuoi occhi fiammeggiano. Le tue gambe si accendono come il motore di una fuoriserie. (…)
(Da “Il generoso: Francesco Moser” – “Il carattere del ciclista” Utet Libri 2016)

Ma impara ad andare in bicicletta!
“Bravo Beppe, mi hai stupito”, ti dice Francesco Moser all’arrivo, il rivale di una vita, quello che, per te, ha ormai fatto il suo tempo e che è meglio si tolga dalle scatole. Non vi state simpatici, si sa, ma in certe occasioni si torna tutti amici. Lui quella tua fucilata non ce l’ha mai avuta. Te l’ha sempre invidiata, solo non aveva mai avuto il coraggio di ammetterlo. Aveva sempre detto che eri più bravo di lui solo con la lingua, mentre con le gambe ti castigava come e quando voleva, anche se era più vecchio. Oggi deve ammettere che sei andato più forte tu. Potenza della fucilata di Goodwood.

A dire il vero, a Francesco più di tutto non va giù una cosa.  Non sopporta che tu abbia tutto quel tempo davanti a te. Un tempo che lui non ha ormai più: gli anni che vi separano, nonostante la vostra rivalità in parte costruita ad arte dai giornalisti, sono ben sei. Un’eternità tra ciclisti.
Che tu sia giovane e lui “vecchio” non lo digerisce. Che tu ti faccia gazzella laddove per lui è diventato tutto più difficile e macchinoso, quasi fosse un elefante, è cosa che lo manda in bestia. Vorrebbe venire a prenderti appena può: una volta mentre gli stai a ruota e lui sbaglia rapporto hai persino l’ardire di dirgli “se non sai andare in bicicletta, fatti da parte”. Ecco, quella volta l’hai fatto talmente incazzare, che da buon trentino irascibile ti viene a prendere e ti passa come fossi ancora un dilettante. Schermaglie tra rivali. (…)
(Da “L’antipatico: Beppe Saronni” – “Il carattere del ciclista” Utet 2016)

Leggi la versione integrale di “Il generoso: Francesco Moser” e “L’antipatico: Beppe Saronni” da  Il carattere del ciclista UTET

Foto post: Ciclista Pericoloso – Velodromo Vigorelli di Milano 27/06/2016 Giro di Collaudo
Foto copertina: Indiscreto